Lo scorso 25 ottobre 2012 la CGIL ha dato l’avvio di APAC, l’associazione dei professionisti del settore assicurativo e creditizio, con l’intento di tutelare un segmento che nasconde, in molti casi, lavoro autonomo mascherato perché, nella sostanza, sono collaborazioni subordinate.
L’APAC ha in animo di tutelare una categoria che conta oltre 207 mila addetti di cui il 23% sono donne. Per il Segretario confederale Elena Lattuada
con la nascita di Apac si apre per il sindacato una doppia sfida: dare tutela e rappresentanza, accanto ai dipendenti, anche ai lavoratori autonomi ed ai professionisti e ricomporre per tal via il mondo del lavoro del settore ed evitando che nello stesso luogo di lavoro si attui il dumping contrattuale
Il primo atto dell’associazione è stato quello di richiedere l’affiliazione alla Fisac sotto la direzione del segretario Agostino Mele
con la costituzione di Apac, si gettino le fondamenta di una struttura di ascolto e di rappresentanza delle esigenze di promotori finanziari, produttori e periti assicurativi verso l’obiettivo di riunificazione con i lavoratori dipendenti del comparto sotto uguali dirittti di cittadinanza, a partire dalla maternità
Secondo i dati diffusi si apprende che la categoria è composta da diverse tipologie professionali: i promotori finanziari sono 130 mia, i periti assicurativi 7 mila, i produttori assicurativi quasi 70 mila per arrivare ad un totale di 207 mila lavoratori.
L’APAC chiede al Parlamento una definizione chiaria e univoca di lavoro autonomo attraverso un vero e proprio Statuto del Lavoro Autonomo e Professionale proposto, in questa legislatura dall’on. Cesare Damiano (insieme a Piero Fasino).
Non solo, è anche necessario cercare di regolare nella contrattazione di secondo livello le modalità di lavoro dei professionisti evitando le clausole vessatorie, ovvero diventa necessario stabilire compensi e provvigioni equi con minimi concordati collettivamente o l’introduzione di tutele significative per malattia, maternità ed infortunio fino ad arrivare a vere tutele reali in caso di ritardo dei pagamenti.
Occorre inserire forme di tutele permettendo la fruizione dei permessi in presenza di disabilità o una forma di salvaguardia in presenza di assenze prolungate per malattie.