La CISL ha diffuso i nuovi dati ISTAT sulla produzione industriale in Italia con un dato decisamente negativo; infatti, la produzione industriale a settembre torna in calo, scendendo su base mensile dell’1,5% tanto da registrare il tredicesimo calo consecutivo, -4,8%.
Nella media dei primi nove mesi dell’anno la produzione è diminuita del 6,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dopo il rialzo congiunturale di agosto quindi la produzione torna di nuovo negativa anche su base mensile. Mentre nel confronto annuo si allunga la serie di ribassi, che ormai prosegue ininterrotta da settembre del 2011, sia considerando i dati corretti per gli effetti di calendario sia quelli grezzi (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 22 di settembre 2011).
Luigi Sbarra, segretario confederale della Cisl, osserva che
Il dato negativo della produzione industriale a settembre, dovuto soprattutto al calo della produzione di energia, non segnala un crollo, ma una situazione in cui il settore, fermo ai livelli di aprile di quest’anno, non sembra in grado di attivare spontaneamente processi di crescita
Sbarra, proseguendo, osserva anche il ruolo fondamentale della contrazione sui beni di consumo che risulta scesa dell’11,1% nei primi nove mesi
Nonostante gli sforzi delle imprese, le esportazioni, non riescono a compensare i vuoti di domanda interna e la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, che tendono a rinunciare ai consumi non indispensabili. Guardare solo agli effetti di medio periodo delle riforme intraprese dal governo può essere un errore grave, pagato al prezzo di troppe e gravi crisi aziendali
Il grande impegno della Cisl per una contrattazione mirata a rafforzare la produttività e competitività delle aziende è una precisa scelta di responsabilità sociale, cui deve corrispondere un grande sforzo politico nazionale e territoriale per migliorare i fattori che incidono sulla produttività di sistema, il credito, gli incentivi, l’azione amministrativa, le infrastrutture, la ricerca e l’innovazione
L’Istat fa sapere che la diminuzione più marcata riguarda l’energia (-7,8%), ma cali significativi si rilevano anche per beni intermedi (-5,8%) e strumentali (-4,2%).