La CGIA di Mestre ha posto in evidenza che in questo mese di gennaio le piccole e medie imprese sono chiamate ad adempiere a ben quindici scadenze fiscali.
Infatti, per i titolari delle partite Iva e gli imprenditori italiani sarà un inizio anno denso di scadenze fiscali: per il mese di gennaio ne sono previste 15 mentre altre 16 sono in calendario per il mese di febbraio.
Non solo, la CGIA di Mestre ha anche calcolato il peso delle scadenze per le imprese italiane che la nostra burocrazia infligge ai contribuenti italiani; infatti, si calcola che è circa pari a 26 miliardi di euro il costo che deve caricarsi la piccola e media imprese per assolvere alle prossime scadenze insieme al peso, pari a circa 3 miliardi di euro, che le imprese devono caricarsi direttamente, ovvero una cifra che sfiora ormai il 69% circa dell’utile aziendale, per chi vuole fare impresa anche quest’anno si presenta denso di ostacoli.
Il segretario della locale associazione di Mestre, Giuseppe Bortolusso osserva che questi
Sono numeri che fanno rabbrividire. Se teniamo conto che la burocrazia è diventata una tassa occulta che sta soffocando il mondo delle pmi, che il carico fiscale ha ormai raggiunto livelli non riscontrabili altrove e che il costo dell’energia è tra i più alti tra i paesi Ue, non c’è da meravigliarsi se gli investitori stranieri non vengono qui da noi. E quei pochi che ci sono spesso sono sul punto di lasciarci
Ricordiamo che per l’Unione Europea, l’impresa deve essere indipendente ossia il suo capitale o i suoi diritti di voto non devono essere detenuti per il 25% o più da una sola impresa oppure, congiuntamente, da più imprese non conformi alla definizione di PMI o di piccola impresa.
La soglia può essere superata solo in due casi, ovvero se l’impresa è detenuta da società di investimenti pubblici, società di capitali di rischio o investitori istituzionali a condizione che questi non esercitino un controllo effettivo sull’impresa o, in alternativa, se il capitale è disperso e un’impresa può legittimamente dichiarare di non essere detenuta per il 25% o più da una o più imprese non conformi alla definizione di piccole e medie imprese.