Mentre nell’Unione Europea i prezzi del trasporto pubblico sono scesi dell’1,8% nel quarto trimestre 2012 rispetto al terzo trimestre sempre del 2012 con un’ulteriore previsione al ribasso, nel nostro Paese i servizi pubblici sono in rialzo con l’introduzione di nuove tariffe e servizi a pagamento.
Non solo, la CGIA di Mestre ritiene che i fatti di Perugia dimostrano che diventa sempre più necessario dare ossigeno alle imprese al fine di agevolare la loro crescita visto che gli indicatori economici del 2012 non fanno altro che denunciare la gravità della situazione economica.
Infatti, secondo i dati diffusi dalla CGIA di Mestre si registrano cifre da far paura:
- -6,2% per la produzione industriale;
- -4,3% il fatturato;
- -9,8% gli ordinativi nell’industria;
- -14% la produzione nelle costruzioni;
- -32,7 miliardi di euro di prestiti bancari alle aziende;
- + 14,4 miliardi di euro di sofferenze bancarie in capo alle imprese.
Per Giuseppe Bortolussi, il segretario della CGIA di Mestre
Credo che la tragedia che si è consumata a Perugia sia figlia del drammatico quadro economico generale in cui versano le aziende, soprattutto quelle di piccola dimensione. Molti imprenditori stanno perdendo il lume della ragione. Lo sconforto e l’esasperazione sta spingendo alcuni di loro a gesti sconsiderati che non sono giustificabili. Per prevenire tutto ciò non c’è che una soluzione: auspicare che la politica ritorni a fare il suo mestiere, dando risposte credibili alle esigenze di liquidità che i piccoli imprenditori vanno invocando inutilmente da più di un anno
I fatti di Perugia pongono in evidenza anche l’analoga storia di Padova: un piccolo imprenditore, dopo la mancata erogazione di un prestito, ferì con un colpo di pistola il direttore della Banca di Credito Cooperativo di Campodarsego (Pd).
Per il segretario della CGIA di Mestre
Moltissimi piccoli imprenditori stanno chiedendo soldi per pagare le tasse ed i contributi perché i committenti non li pagano o lo fanno con ritardi spaventosi. Una situazione che sta degenerando di settimana in settimana, spingendo moltissime imprese verso il fallimento, non per debiti, ma per crediti