Una volta nel mondo del calcio c’erano i guardalinee, che avevano il compito di collaborare con l’arbitro nella direzione della partita. Oggi il loro ruolo è stato rilevato dagli assistenti arbitrali, che ne hanno mantenuto le funzioni principali anche se assunto un nome diverso. Fare l’assistente arbitrale permette a coloro che sono appassionati di sport o che non vogliono avere il ruolo di arbitro di partecipare comunque alla direzione di un incontro sportivo.Â
In genere i più famosi assistenti arbitrali che operano in Italia sono quelli associati all’AIA, l’Associazione Italiana Arbitri. Ma come si fa ad arrivare a svolgere tale professione? Quali requisiti bisogna avere e quali corsi è necessario frequentare?
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Viene da sé infatti che non si tratta di una professione proprio adatta a tutti ma solo a persone con una certa serie di requisiti. In questa piccola guida troverete quindi le informazioni essenziali per intraprendere tale professioni e per sapere come muoversi nel campo senza fare errori.
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Come diventare assistente arbitrale
La prima cosa da sapere è che per diventare degli assistenti arbitrali sarà necessario avere una serie di requisiti. Sarà necessaria in primo luogo una forte passione per il calcio, e conoscere molto bene le regole del gioco, magari dopo essere stati giocatori in prima persona. Ci sarà poi bisogno di avere una buona forma fisica, trattandosi di un lavoro connesso con lo sport e, requisito ultimo ma non meno importante, essere arbitri associati all’AIA, l’Associazione Italiana Arbitri, da almeno tre stagioni sportive.
Per diventare assistente arbitrale, inoltre, dovrete aver conseguito il titolo di arbitro di calcio e avere la tessera da almeno 3 anni. Dovrete quindi rivolgervi alla sede AIA più vicina e dimostrare di avere dai 15 ai 35 anni, godere di buona salute ed essere incensurati per procedere con l’iscrizione. Una volta fatta l’iscrizione dovrete frequentare un corso sulle regole fondamentali del gioco della durata di 2 o 3 settimane, il quale vi metterà in grado di sostenere un esame finale.
L’esame in questione sarà un esame di tipo scritto che consisterà in una prova orale e due prove scritte – una a risposta multipla e un tema. Possono anche essere eseguite delle prove di idoneità fisica, cioè dei test atletici prima di essere inseriti nella sezione come arbitro effettivo e iniziare ad arbitrare.
Trascorse tre stagioni sportive si può scegliere se continuare la carriera come arbitro oppure provare altri ruoli, cioè anche quello dell’assistente arbitrale. Di norma l’inserimento come assistente arbitrale avviene nei mesi di settembre e gennaio, ma queste date possono variare anche in relazione alla regione di appartenenza.
Una volta deciso per il passaggio di categoria e svolte tutte le pratiche burocratiche, si potrà ricevere una lettera di convocazione da parte del CRA, ovvero del Comitato Regionale Arbitri, che invita a partecipare al raduno arbitrale per tutti i nuovi assistenti arbitrali neo immessi nel ruolo. Nel corso di questa giornata si seguirà  una lezione tecnica per imparare i fondamentali e si sosterranno i quiz e i test atletici. Si potrà quindi arbitrare una partita del campionato di Promozione.