Venerdì 11 dicembre i lavoratori del pubblico impiego incroceranno le braccia e scenderanno in piazza per manifestare sul rinnovo del contratto, per il quale, in base allo sciopero generale proclamato dalla Funzione Pubblica Cgil, si chiede un adeguamento tale da garantire e preservare la capacità d’acquisto dei lavoratori. La decisione della FP Cgil di scendere in piazza, senza tra l’altro, “aspettare” la Cisl e la Uil, è anche legata alla richiesta di stabilizzazione dei lavoratori precari, per i quali viene chiesta l’inclusione nel contratto di lavoro nazionale. Al riguardo, secondo Carlo Podda, segretario generale Funzione Pubblica Cgil Nazionale, il Governo non ha dato risposte adeguate sul rinnovo del contratto del pubblico impiego, e visto che il tempo è scaduto è arrivata puntuale ed inesorabile la decisione del Sindacato di scendere in piazza.
Ma in merito a tale decisione non mancano le polemiche, visto che è stato proclamato lo sciopero generale ancor prima della scadenza naturale dei contratti di lavoro del pubblico impiego per il biennio 2008-2009. Insomma, la Funzione Pubblica CGIL ha in qualche modo giocato d’anticipo, ma è arrivata comunque a tale decisione in virtù del fatto che la Finanziaria 2010, allo stato attuale, nel suo iter parlamentare non prevede nulla per il nuovo contratto dei lavoratori statali.
La data dell’11 dicembre 2009, tra l’altro, non è stata scelta a caso dalla FP Cgil, visto che nello stesso giorno a manifestare ci saranno anche i lavoratori, moltissimi di questi precari, del comparto della scuola, dell’università e della ricerca. E intanto per domani, 28 novembre, la Cgil ha organizzato delle manifestazioni nelle principali città del Sud Italia per il lavoro, per lo sviluppo e per la legalità; i lavoratori, infatti, saranno presenti nelle piazze di Chieti, Campobasso, Napoli, Potenza, Bari, Napoli, Cosenza e Messina, contro la crisi e per ribadire che si può uscire dalle difficoltà solo con un Mezzogiorno in grado di poter vivere una nuova stagione di sviluppo.