Se ne sta parlando dappertutto ed è abbastanza facile intuirne il motivo. Al mega concorso per il Sud che assegna ben 2800 tecnici, è andato tutto storto. Se si sarebbe dovuto trattare del Bando con caratteristiche tali da poter rivoluzionare la Pubblica Amministrazione nel Mezzogiorno, in realtà si può parlare di prima sconfitta della nuova era Brunetta e dei cambiamenti che sono stati apportati a livello di prove preselettive e accesso ai concorsi.
La protesta è montata in maniera singolare, ovvero buona parte dei candidati non si è palesata alla prova. Una partecipazione che, in effetti, è stata davvero contenuta, visto che non è arrivata nemmeno al 65%, arrivando a dei picchi addirittura pari al 50% in alcuni regioni come Puglia e Lazio.
Complessivamente, i candidati che sono stati convocati erano pari a ben 8582 persone, ma c’è da dire come hanno sostenuto una prova solo una parte di essi. Di conseguenza, il principale rischio che ora l’amministrazione sta correndo è quello di non riuscire a coprire il fabbisogno di personale come è previsto dal bando, con diversi posti di lavoro che potrebbero restare scoperti.
Ed è proprio da questa considerazione che è nata l’idea del capo Dipartimento della Funzione pubblica di provare a rendere un po’ più ampio il bacino dei partecipanti al concorso. Di conseguenza, saranno oltre 70 mila le persone che, a partire dal 22 giugno, potranno avere accesso alla prova scritta, che sarà svolta in modalità digitale e che dovrebbe presentare una durata che si aggira intorno ai 60 minuti e che prevede di rispondere a 40 domande, che si svolgerà in sei Regioni, tra cui Puglia, Lazio, Sardegna, Sicilia, Campania e Calabria.
Ecco, quindi, che saranno ammessi al concorso tutti quelli che avevano presentato entro i tempi corretti la domanda di partecipazione e che avevano già passato anche la fase di valutazione dei titoli. In poche parole, quelli che erano stati inizialmente esclusi, sono stati praticamente ripescati.
È chiaro che tante persone si sono chieste il motivo per cui tante persone non si sono neanche presentate alle selezioni. I motivi, in realtà, sarebbero diversi, come ad esempio il contratto, dato che non si tratta di posti di lavoro a tempo indeterminato, ma sono contratti che si rapportano alla gestione dei fondi di coesione territoriale, con una durata pari a 3 anni. L’altro grande motivo è legato al fatto che la prova preselettiva è stata sostituita dalla valutazione di esperienze e titoli, al posto dei normali e classici quiz a crocette.