Per il momento resta lo scenario con maggiori probabilità di verificarsi. Nell’ambito della riforma Irpef stiamo facendo riferimento a una modifica delle aliquote del 27 e del 38%, ma sembra che si stia ragionando anche su una diminuzione degli scaglioni, così come di un incremento della no tax area.
Sono in tanti a chiedersi chi andrà a guadagnare dalla riforma dell’Irpef. Ebbene, il secondo appuntamento, presso il ministero dell’economia, tra il ministro Daniele Franco e i vari responsabili dei partiti ha portato ad un’altra discussione ad oggetto la riduzione delle tasse.
All’interno della manovra di Governo, si è deciso di mettere a disposizione 8 miliardi che verranno distribuiti tra le imprese e i lavoratori. A quanto pare, l’obiettivo dovrebbe essere quello di suddividere il taglio in un modo ben preciso, ovvero 6 miliardi al cuneo dei lavoratori e 2 miliardi alle imprese. I tecnici del Mef hanno garantito un gran numero di dati e dimostrato le simulazioni di questo taglio. Insomma, il fatto di procedere al riordino degli scaglioni comporterebbe un certo favore verso il ceto medio.
Oramai, quindi, sembra proprio che si possa andare verso un taglio dell’aliquota del 38% che va a pesare sui contribuenti che hanno un reddito che è compreso tra 28 e 55 mila euro. Si tratta di una notizia che è stata anche confermata dal capogruppo del Movimento Cinque Stelle all’interno della Commissione Finanze del Senato. Il taglio dell’Irpef, di conseguenza, andrà a riflettersi sul ceto medio degli autonomi e dei dipendenti, con una serie di semplificazioni e con un abbattimento del quantitativo delle aliquote.
Ci sono tante altre ipotesi che, però, riguardano la riforma dell’Irpef. Si parte con quella che è legata a un taglio secco di ben quattro punti in riferimento all’aliquota del 38%, senza dimenticare come circoli anche la proposta relativa alla diminuzione di due punti dell’aliquota del 27%, che si riferisce però solo ed esclusivamente ai contribuenti che hanno un reddito che va da 15 a 28 mila euro.
Si tratta di due opzioni che, chiaramente, non sono di per sé incompatibili, visto che gli 8 miliardi previsti dovrebbero bastare per raggiungere tale obiettivo. Tra le varie ipotesi che troviamo sul banco c’è anche quella legata alla riduzione da 5 fino a 4 degli scaglioni. Non solo, dal momento che sul tavolo ci dovrebbe anche essere l’aumento della no tax area: si tratta della soglia di reddito per cui non bisogna pagare delle tasse, un limite che oggigiorno è pari a 8145 euro per i dipendenti e 8130 per i pensionati.