A poche settimane dalla nascita di questo blog, esattamente il 19 dicembre, vi avevamo riportato la notizia di un Concorso truccato all’Università degli Studi di Perugia. Un caso isolato? Assolutamente no.
L’Italia sembra non essere il paese meritocratico auspicato dal Ministro Gelmini attraverso parole o riforme varie. Il nostro è il paese dei cervelli in fuga, dei baroni e dei concorsi più o meno velatamente truccati.
Cercando qualche news sul web abbiamo trovato un interessante articolo pubblicato all’interno del Corriere lo scorso 11 febbraio 2009. Il giornalista descrive il libro “Un paese di baroni” scritto da Davide Carlucci e Antonio Castaldo su «truffe, favori, abusi di potere. Logge segrete e criminalità organizzata. Come funziona l’università italiana» (editore Chiarelettere). Si tratta di una vera e propria inchiesta con tanto di nomi e fatti.
Nelle 309 pagine del libro vengono raccontati concorsi truccati, privilegi, intrecci politici ed economici. Non solo. I due giornalisti – autori del libro riportano anche le testimonianze di chi si è ribellato alla storia dei concorsi truccati.
Carlucci e Castaldo scrivono che
i rettori hanno famiglia in 25 delle 59 università statali italiane. Quasi il 50% (il 42,3 per l’esattezza) ha nella medesima università un parente stretto, quasi sempre un altro docente
Ci sembra quindi inutile chiederci come mai le università italiane non figurino nelle graduatorie delle migliori al mondo o perché soltanto il 45% degli iscritti alle varie facoltà arrivi alla laurea.
Vi segnaliamo anche questo link: leggetelo con attenzione e fateci sapere cosa pensate del fenomeno Concorsi truccati.
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