Per capire meglio come poter lavorare all’estero abbiamo intervistato Bernd Faas di Eurocultura. Si tratta di un’Associazione Culturale che fornisce informazioni per lo stage all’estero, per la ricerca del lavoro a tempo determinato e indeterminato all’estero (in particolare nei Paesi dell’Unione Europea), informazioni sullo studio universitario all’estero, su come fare volontariato all’estero e molto altro. Sono servizi riservati ai soci. Maggiori informazioni al sito di eurocultura.
Lavorare all’estero è un sogno di molti giovani: quali sono le professioni maggiormente richieste all’estero ed in quali paesi?
La crisi economica ha cambiato in meno di un anno totalmente la situazione. Fino ad estate 2008 si cercava personale qualificato in tanti settori: sanità, ingegneria, segretariato, alberghiero, ufficio commerciale, logistica, IT, scuola. I paesi con più fabbisogno erano: Regno Unito, Irlanda, Germania, Austria, Svizzera, Paesi Bassi, Danimarca.
Oggi il mercato del personale qualificato straniero è fermo. Però quando riparte l’economia saranno esattamente questi settori e paesi che entro poco tempo avranno di nuovo bisogno di molto personale da fuori.
Attenzione: personale qualificato significato non solo avere la formazione adeguata ma anche esperienza lavorativa. Naturalmente ci sono sempre delle opportunità non qualificate per giovani che vogliono fare un’esperienza breve. Oggi sono molto meno di un anno fa ma chi è motivato fino ai capelli e dispone di lingua, capacità di vendersi e flessibilità trova un lavoretto per qualche tempo anche oggi.
Quali sono le caratteristiche che un giovane “con la valigia in mano” deve avere per riuscire a farsi strada in un altro paese?
Dando sempre per scontato che viviamo in un periodo di crisi profondo i requisiti si possono riassumere come segue:
Dieci regole d’oro
Il giovane che cerca un lavoro semplice deve rispettare le seguenti regole:
1. portare con sé una riserva di denaro sufficiente a mantenersi almeno per un mese (alloggio, vitto, trasporti e qualche svago);
2. partire con tutta la documentazione necessaria e in regola: curriculum vitae redatto nella lingua del Paese di destinazione, carta d’identità valida, tessera europea per l’assistenza sanitaria, possibilmente una carta di credito per le emergenze;
3. nutrire modeste aspettative per il primo rapido inserimento nel mercato del lavoro;
4. essere coscienti che i problemi da affrontare sono tanti: trovare un alloggio, mettersi in regola con la burocrazia, crearsi una nuova rete di conoscenze e amicizie;
5. la lingua s’impara solo parlando; chi non apre bocca, resta…muto in tutte le lingue;
6. il clima, il cibo, gli orari, le abitudini italiane si trovano solo in Italia;
7. mamma e papà sono rimasti a casa: all’estero occorre arrangiarsi;
8. adesso lo straniero sono io; quindi sono un ospite, più o meno gradito;
9. armarsi di pazienza, spirito di adattamento, tolleranza, costanza, coraggio;
10. chiedere, chiedere, chiedere!
ATT.: il lavoratore qualificato di solito deve sapere molto bene la lingua straniera, avere una formazione riconosciuta nel paese in questione, pianificare il trasferimento con lungo anticipo, non farsi illudere dalle tante offerte di lavoro su Internet: trovare il lavoro giusto richiede un approccio strategico e personalizzato che va ben oltre Internet
Quali sono i documenti necessari e richiesti?
Europa: carta d’identità valida almeno 6 mesi
Extra: passaporto valido almeno 6 mesi e visto per motivo di lavoro
Poi servono naturalmente secondo caso la TEAM, un’assicurazione malattia/incidenti privata, codice fiscale del paese in questione, carta di credito ed altro.
Esistono agenzie di lavoro per il collocamento all’estero?
Ci sono agenzie italiane (ad esempio: www.wep-italia.org, www.mbscambi.com) che collocano nel Regno Unito, Irlanda e Spagna per lavori senza qualifica, principalmente nella ristorazione o negli alberghi. Per personale qualificato non esistono delle vere e proprie agenzie specializzate. Per loro il sistema EURES degli uffici di collocamento europeo è un punto di informazione e consulenza.
Grazie per la disponibilità.
2 commenti su “Lavorare all’estero: come e cosa fare”