In Italia a causa di una crisi che sembra non avere fine ci sono altri 150-200 mila posti di lavoro a rischio. A fornire queste stima è la Cisl in “Rapporto Industria“, un documento nel quale viene fatto il punto sugli ultimi due anni di crisi economica che hanno fatto “scomparire” la bellezza di 350 mila posti di lavoro ma, come accennato, non è ancora finita visto che su tutto il territorio nazionale ci sono ancora molti casi di crisi aziendale. Intanto, nel periodo dall’aprile del 2008 al febbraio 2010, preso a riferimento dalla Cisl nel suo Rapporto, c’è stata una caduta dell’occupazione sostanzialmente senza precedenti nel comparto del manifatturiero con un secco -7%.
A pesare su questo dato fortemente negativo è stata anche la contrazione delle commesse provenienti dall’estero; d’altronde se lo scorso anno il prodotto interno lordo italiano è crollato del 5% è proprio per il fatto che il nostro Paese ha sofferto dal fronte delle esportazioni, ed ha altresì manifestato difficoltà e criticità per quel che riguarda la competitività del nostro tessuto imprenditoriale che, come noto, consta di una miriade di piccole e medie imprese sparse su tutto il territorio nazionale.
I 150-200 mila posti di lavoro a rischio sono stati calcolati e stimati dal Sindacato prendendo tra l’altro a riferimento solo le realtà aziendali più a rischio, ovverosia quelle per cui c’è stato o si rischia il commissariamento, il fallimento o la liquidazione, oppure avanza lo spettro della chiusura, della cessazione d’attività e, quando va bene, il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Secondo quanto messo in risalto da Luigi Sbarra, segretario confederale della Cisl, il nostro sistema manifatturiero ha fatto registrare la fase più acuta della crisi nel marzo del 2009; ma la risalita dal fondo è lenta ed oscillante, ed il recente e nuovo deterioramento del quadro macroeconomico e finanziario in Europa purtroppo non promette nulla di buono.