Per le donne, specie quando queste sono piccole imprenditrici, le prospettive di miglioramento sono molto importanti, ma non quanto interessano agli uomini, mentre l’imprenditrice in rosa rispetto all’altro sesso punta di più sia sul guadagno, sia sulla reputazione. Questo, in sintesi, è quanto emerso da “Economia, impresa e donne”, un’indagine che l’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza ha condotto prendendo a riferimento i dati del registro delle imprese, e dalla quale, quindi, è emerso come per le donne il lavoro rappresenti, innanzitutto, un’affermazione sociale. E proprio da questa voglia superiore di affermarsi della donna rispetto all’uomo ha permesso alle piccole imprese femminili negli ultimi anni di resistere meglio e di reagire alla crisi finanziaria ed economica rispetto ai colleghi uomini.
La Camera di Commercio di Monza e Brianza, infatti, ha rilevato che dal 2008 ad oggi, ovverosia da quando la crisi finanziaria ha avuto un impatto negativo sull’economia reale, le ditte individuali con titolare donna in Italia sono scese dell’1,8%, mentre i colleghi uomini hanno gettato la spugna con più “facilità” registrando un calo del 2,5%. In termini numerici, le imprese al femminile in Italia sono 845.245 nel rapporto di un’impresa in rosa ogni 4, ma l’espansione delle imprese femminili individuali straniere non conosce crisi in Italia visto che la crescita negli ultimi due anni è stata del 14,3%.
Ma come mai le donne sembrano, anzi sono, più reattive alle avversità rispetto agli uomini nel nostro Paese? Ebbene, secondo quanto messo in evidenza dal Presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Monza e Brianza, Mina Pirovano, le donne hanno delle potenzialità che devono essere necessarialmente sostenute e favorite, e che sono quelle per cui, nei momenti di difficoltà, risultano essere le prime a rimboccarsi le maniche sia in ambito familiare, sia nel fare impresa.