I lavoratori dipendenti, con il recente correttivo alla manovra finanziaria di luglio, si sono visti allontanare la possibilità di andare in pensione imponendo a tutti i dipendenti di rimanere al lavoro per un altro anno.
La legge n. 122/2010 ha modificato la decorrenza, in modo ancora più pesante dei lavoratori dipendenti, per chi ha una posizione aperta presso la gestione separata dell’Inps: in questo caso si parla di almeno 18 mesi.
In modo analogo lo stesso criterio si applica anche per risulta iscritto alle gestioni speciali degli artigiani, dei commercianti e dei coltivatori diretti.
Non solo, anche i liberi professionisti che possono vantare contributi versati nel sistema pubblico, come ad esempio l’Inps o nella gestione separata del relativo istituto, e che vogliono sfruttare la totalizzazione per non perdere nessun contributo versato al fine di ottenere una pensione unica sono coinvolti in questa nuova decorrenza della pensione.
Infatti, anche in questo caso, la recente manovra finanziaria costringerà i liberi professionisti ad aspettare poiché gli istituti pubblici hanno bloccato i pensionamenti, o meglio il legislatore ha introdotto uno spostamento della decorrenza della pensione di almeno 18 mesi.
Una situazione di questo tipo è abbastanza comune nel caso dei professionisti che abbiano versato i contributi presso diversi istituti previdenziali o risultano iscritti ad una cassa di recente costituzione. Ad esempio, l’EPPI, la cassa previdenziale dei liberi professionisti periti industriali, è stata attivata solo nel 1996.
L’Ente di previdenza dei periti industriali e dei periti industriali laureati, o EPPI, è nato con l’applicazione del decreto legislativo 103/96 e attua la previdenza obbligatoria di tutti i periti industriali, che sono iscritti negli appositi Albi e che esercitano l’attività professionale autonoma nelle sue diverse forme.
Lo scopo dell’Eppi è la tutela previdenziale obbligatoria degli iscritti, dei loro familiari e degli eredi aventi diritto. È attualmente allo studio la possibilità che l’ente attui anche trattamenti di previdenza e assistenza integrativi, nonché forme di pensione complementare su base volontaria.
L’Eppi applica per legge il metodo di calcolo contributivo, secondo il quale le prestazioni previdenziali sono commisurate ai versamenti effettuati più la loro rivalutazione anno per anno.
L’unica alternativa, per non incorrere nelle nuove decorrenze, è quella di sfruttare solo i contributi versati in un unico istituto professionale, cosa del tutto impossibile in caso di professioni che non hanno una cassa previdenziale o, per l’appunto, di recente costituzione.