Quella di Milano è in Italia una città molto “attraente” per quel che riguarda il turismo congressuale sia in termini di fatturato generato annualmente da questo segmento turistico, sia per numero di posti di lavoro che è in grado di garantire. A Milano, infatti, sono ben 86 mila i lavoratori occupati in mansioni ed imprese legate al turismo congressuale grazie a 3,5 milioni di visitatori ogni anno che spendono una media giornaliera di quasi 370 euro, e che mediamente si fermano nel capoluogo lombardo per due giorni. Questo è quanto, in particolare, ha rilevato la Camera di Commercio di Milano attraverso un’elaborazione effettuata prendendo a riferimento sia i dati aggiornati che provengono dall’Economist Intelligence Unit – Economist, sia quelli del registro delle imprese. Dai dati, quindi, emerge inoltre come a Milano si venga a creare un posto di lavoro nel settore per ogni 41 turisti congressuali che arrivano in città per affari.
Per un businessman, tra l’altro, fare affari a Milano, con una spesa media giornaliera pari a 527 euro per la fascia più alta del turismo congressuale, conviene rispetto a grandi città europee come Francoforte dove si arrivano a sfiorare i 900 euro giornalieri; ben più alti rispetto a Milano sono anche i costi a Mosca ed a Hong Kong.
Il dato che a Milano porta alla creazione di un posto di lavoro per ogni 41 businessman, indica come quello del turismo congressuale rappresenti un settore da prendere in seria considerazione quando si è alla ricerca di una prima o di una nuova occupazione. Questo perché, tra l’altro, in vista dell’Expo a Milano la domanda e l’offerta nell’ambito del turismo congressuale appare destinata a crescere. Non a caso negli ultimi dodici mesi sotto la Madonnina le strutture ricettive sono aumentate del 5,5% attestandosi a quota 850 unità; di queste, 668, in accordo con i dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano, sono alberghi.