Si chiude un anno ma si apre un nuovo periodo cariche di incertezze per migliaia di lavoratori.
Il contratto a Pomigliano è stato firmato e subito è diventato il centro di discussione di tipo sindacale e politico dove il concetto di rappresentanza è stato messo in discussione.
Esistono però altre realtà dove il futuro è meno sicuro dove si aspettano risposte dal governo e dalla realtà sociale del Paese.
Ci riferiamo alla Vinyls, Basell, Euroalluminia e Tamoil: società chimiche e petrolchimiche un tempo settore vanto del nostro Paese.
La Eaton, multinazionale americana, ha mandato in mobilità lo scorso 15 dicembre 304 lavoratori. L’azienda ha rifiutato la proposta del sindaco di Massa Roberto Pucci che voleva acquistare le aree industriali, 9 milioni di euro con moratoria di 5 anni e pagamento dilazionato in 10 anni in cambio di 12 mesi di cassa integrazione.
In questo stabilimento gli operai sono in mobilità e senza speranza di altri mesi di ammortizzatore sociale e continueranno l’occupazione della fabbrica per tutto il periodo natalizio organizzando turni per presidiare il capannone 24 ore al giorno.
I siti industriali coinvolti dalla crisi sono tanti, pensiamo anche all’Eurallumina dove il 14 gennaio è stata fissata una riunione al ministero dello Sviluppo Economico.
Il segretario nazionale Fim-Cisl, Anna Trovo ricorda che
Ora è necessario il forte impegno delle istituzioni locali e nazionali e degli organi della procedura di amministrazione straordinaria affinchè vengano ricercate e favorite manifestazioni di interesse e offerte da parte di potenziali investitori capaci di dare prospettive ai lavoratori degli stabilimenti del bianco dell’ area umbro marchigiana
Esiste anche il problema sulla Omsa di Faenza sui tavoli del ministero dello Sviluppo economico dove in un recente incontro si è trovata l’intesa di
definire un percorso da realizzarsi entro il 28 gennaio, data entro la quale dovranno essere verificate le condizioni per sottoscrivere un accordo per il riutilizzo del sito Omsa, con rioccupazione di almeno 320 lavoratori, di cui la maggioranza da impegnarsi in attività produttive e il restante in attività commerciali
Come non ricordare la Yamaha o la Maserati.
Con la Yamaha si è confermato il possesso dei requisiti per l’erogazione degli ammortizzatori sociali anche per il 2011 in regime di cassa integrazione straordinaria, mentre alla Maserati si fa fatica a trovare un confronto con la direzione aziendale che non ha ancora prospettato un piano industriale per i prossimi anni.