Secondo voi esistono dei lavori che potremmo definire “tipicamente femminili“? Forse sì. Sono stati compiuti numerosi studi e ricerche. Noi vi vogliamo parlare in particolare di una ricerca compiuta da Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione dei Lavoratori).
Lo studio comincia prendendo in esame due diverse ipotesi. La prima, che si riferisce alla cosiddetta crowding hypothesis (ed è stata coniata da Bergmann nel 1974) afferma che sarebbero gli stessi datori di lavoro ad escludere le donne da particolari professioni , quelle maschili. Questo porta ad un affollamento delle donne lavoratrici in altre occupazioni, chiamate occupazioni femminili. L’offerta di forza lavoro femminile verso queste occupazioni aumenta con la spiacevole conseguenza della diminuzione dei salari.
La seconda teoria afferma invece che sono direttamente le donne a scegliere particolari occupazioni che richiedano bassi investimenti in capitale umano o investimenti in capitale umano che non si “atrofizzano” nel tempo, e questo a causa di esistenti o comunque programmati impegni familiari (Filer, 1989).
Sembra inoltre che le donne a differenza degli uomini prestino meno attenzione alla retribuzione. Noi (almeno secondo questa ricerca) prestiamo attenzione ad altre variabili. Quali? La possibilità di gestire gli orari di lavoro compatibilmente con le varie incombenze familiari. Non possiamo non ricordare come la presenza femminile nel mondo del lavoro sia in costante crescita.
In definitiva, nel mercato del lavoro dove incontriamo le donne? Nelle professioni impiegatizie, nei settori di attività economica dell’ Industria tessile e dell’abbigliamento, sanità e assistenza sociale e altri servizi pubblici, sociali e personali.
Riguardo l’aspetto salariale ci sembra importante sottolineare un risultato a cui questa ricerca è arrivato. Sebbene le donne presenti nel mercato del lavoro siano mediamente più produttive degli uomini, percepiscono un salario inferiore. Ricordiamo infine che la disoccupazione femminile è maggiore rispetto a quella maschile .. e qui una domanda/curiosità. Secondo voi perchè le aziende attuano (se la attuano) una politica di tipo discriminatorio?
Fonte: studi Isfol
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