Società di formazione professionale, piccole o grandi che siano, che organizzano corsi, reclutano docenti, ma quando si tratta di pagarli i tempi si dilatano, spesso all’infinito in quanto nel frattempo la ditta ha chiuso i battenti, quasi senza farsene accorgere. E se lavorare nella scuola è sempre più difficile, il mercato della formazione nel privato sembra essere sempre di più non solo d’assalto, ma anche truffaldino. D’altronde con milioni di italiani a spasso a causa della crisi, il bisogno della riqualificazione professionale è forte; si sfrutta così una grossa domanda per mettere a punto un’offerta che spesso è solo uno specchietto per le allodole, magari solo per accaparrarsi i fondi statali e non organizzare alcun corso! Trattasi di vere e proprie truffe per le quali l’anello più debole della catena è rappresentato proprio dai docenti che, quasi sempre, lavorano con grande passione guadagnando poco e spesso rimettendoci di tasca propria.
Secondo quanto dichiarato a Firenze da Leonardo Croatto della Flc-Cgil, che si occupa proprio della formazione nel settore del privato, molto spesso l’attività delle agenzie di formazione segue sempre e rigorosamente lo stesso copione. I rischi che tutto si trasformi in una truffa, o che sia comunque solo un castello di carta, dipende poi secondo il leader dell’organizzazione sindacale anche dal fatto che le Regioni italiane danno a queste agenzie per la formazione l’accreditamento solo in base agli spazi disponibili ed all’assolvimento delle procedure burocratiche.
E non tengono conto invece di due fattori fondamentali: la presenza o meno di docenti che sono stati assunti, e adeguati requisiti di natura patrimoniale da parte dell’agenzia che chiede l’accreditamento. Insomma, sebbene non si possa chiaramente fare di tutta l’erba un fascio, la raccomandazione per quei docenti che puntano sul settore della formazione nel privato è quella di tenere gli occhi ben aperti.