L’Italia è sempre più sotto pressione. Sia a causa dell’instabilità a livello politico, sia perché si sta stringendo il cerchio delle agenzie di rating, anche sull’Italia, chiamata molto probabilmente a mettere a punto la manovra strutturale da circa 40 miliardi di euro in largo anticipo in modo da tranquillizzare i mercati finanziari e, quindi, evitare una pericolosissima fase di speculazione sul debito sovrano. E dopo l’ultima manovra, che ha congelato nel pubblico impiego gli stipendi per ben tre anni, c’è grande timore per i docenti precari, i cosiddetti supplenti per intenderci, che sono in tutto e per tutto aggrappati al Decreto Sviluppo. All’interno del Dl, in particolare, è stato inserito il cosiddetto provvedimento salva prof-precari che non “salverà” tutti, ma probabilmente solo quelli che, rimasti con la scuola senza contratto, ne hanno stipulato almeno un paio negli ultimi anni.
Si tratta quindi di una stabilizzazione temporanea, della durata di un anno, di quelli che sono definiti come i “precari storici”, mentre per gli altri il futuro per le supplenze nella scuola è a tinte fosche. In Italia, non lo scopriamo di certo oggi, dallo scoppio della crisi sta sempre più aumentando la quota di supplenti che ogni anno aspetta una chiamata, ma questa non arriva mai!
Che non ci sia spazio per tutti i supplenti lo dimostra l’orientamento della Lega Nord, la quale proprio al Decreto Sviluppo ha inserito un apposito emendamento che punterebbe a “proteggere” i supplenti della scuola del Nord dalla concorrenza di quelli del Sud. In pratica si tratterebbe dell’assegnazione di un bonus a professori precari del Nord Italia in modo tale da acquisire una migliore posizione in graduatoria. Immediata è stata la reazione dei partiti di opposizione, con molti di questi che hanno apertamente parlato di un emendamento palesemente incostituzionale. Staremo di conseguenza a vedere quale sarà in via definitiva il Decreto Sviluppo visto che, salvo rinvii, il via libera è atteso per i prossimi giorni.