Anche nel nostro Paese la crisi finanziaria ed economica sta generando effetti nefasti sul fronte occupazionale, con la conseguenza che negli ultimi mesi c’è stato da parte delle imprese un robusto ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, ma molti lavoratori precari, quelli che per Legge non dovrebbero accedere agli ammortizzatori sociali, si sono potuti avvalere anche della cassa integrazione in deroga. Di certo la fase peggiore della crisi sembra alle spalle, ma il rischio che in Italia l’esercito dei disoccupati da qui a qualche mese possa continuare ad ingrossarsi rimane alto. Gli ultimissimi dati forniti dall’Inps, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, non possono tra l’altro non innescare una riflessione approfondita sulla situazione del mercato del lavoro in Italia; nello scorso mese di aprile, infatti, sono stati ben 450 mila i sussidi di disoccupazione concessi dall’Inps, mentre nel mese precedente era stata addirittura superata la quota dei 460 mila sussidi.
Gli uffici dell’Inps che si occupano delle pratiche di disoccupazione di certo non sono rimasti a guardare finora, visto che negli ultimi dodici mesi sono arrivate all’Istituto ben 1,1 milioni di richieste di sussidio, e di queste quasi un milione sono state accolte. Ma un milione di sussidi non equivale, come tra l’altro precisato dall’Inps dopo il rilascio dei dati da parte del Presidente Mastrapasqua, ad un milione di disoccupati; questo perché, dopo aver chiesto il sussidio, il beneficio decade nei mesi successivi nel momento in cui il lavoratore disoccupato rientra nel mondo del lavoro.
I dati dell’Inps, nel complesso, hanno fatto comunque emergere uno dei problemi irrisolti in materia di sostegno al reddito, ovverosia la mancanza di una riforma degli ammortizzatori sociali strutturata in modo tale che chi perde il lavoro non resti abbandonato a se stesso; questo perché, tra l’altro, a causa della prolungata crisi, per molti lavoratori la cassa integrazione sta per finire ed anche quella in deroga non è che vada a coprire e tutelare tutti quei lavoratori delle piccole imprese che si sono ritrovati da un giorno all’altro senza un’occupazione e senza un reddito, o che rischiano in questi mesi di perderlo a causa di una ripresa dell’economia che, purtroppo, è attesa lenta e graduale.
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