Il ministero del lavoro ha pubblicato il nuovo numero del Quaderno di studi e statistiche sul mercato del lavoro. In effetti, il Quaderno n. 3 del mese di novembre 2011 riporta interessanti notizie sulla situazione lavorativa dei giovani, in modo particolare sugli andamenti nazionali e internazionali dell’occupazione giovanile ed ai principali interventi finalizzati a migliorare la situazione dei giovani nel mercato del lavoro.
Il documento analizza l’evoluzione dell’occupazione, della disoccupazione e dell’offerta di lavoro giovanile relativa alle medie 2010 così come risulta dalle principali rilevazioni statistiche (Istat ed Eurostat). In particolare, con riferimento agli ultimi due anni, vengono esaminate anche le strategie e le politiche adottate in Italia ed in Europa, con focus specifici sui sistemi di formazione ed istruzione professionale, l’apprendistato, le esperienze di formazione e lavoro all’estero, l’imprenditoria, l’occupazione in agricoltura, l’utilizzo dei voucher per il lavoro accessorio, le misure adottate dalle Regioni a sostegno dell’occupazione dei giovani. Vengono anche esaminati alcuni aspetti relativi alla situazione dei giovani che vivono in famiglie che richiedono prestazioni sociali agevolate, alla salute e sicurezza sul lavoro, all’adesione giovanile alle realtà del volontariato.
Ad esempio, lo studio pone anche in evidenza il tasso di inattività , per il periodo 2007-2010, per la classe di età 15-24 anni e come questo cresce in quasi tutti i Paesi europei tranne che in Francia, dove diminuisce sia nella componente maschile che in quella femminile, mentre resta stabile in Germania, mentre in Italia l’aumento è imputabile più alla componente femminile che a quella maschile. La dinamica resta invariata anche considerando la classe di età successiva, ossia tra i 25 e i 29 anni. Per il Quaderno pubblicato dal Ministero del lavoro il motivo principale della mancata partecipazione al mercato del lavoro dei giovani europei è la frequenza di corsi di studio o professionali per l’87,8%, mentre lo scoraggiamento influenza l’1,8% con una lieve preponderanza dei maschi (2%) rispetto alle femmine (1,6%) .
Altro tema di estrema importanza è la correlazione tra il titolo di studio che possono vantare i giovani e la loro attività espletata nel mercato del lavoro. Secondo i dati riportati la popolazione dei giovani 15-29enni è composta in larga misura da persone che posseggono un diploma di istruzione secondaria o la licenza media: nel 2010 solo circa il 10% di essi è laureato (945 mila) e fra questi oltre la metà  (487 mila) è inattivo o in cerca di occupazione.
Secondo le stime, i laureati in età lavorativa, pari a 5,1 milioni, rappresentano invece il 13% della fascia d’età 15-64 anni: fra di essi più di 3 su 4 è occupato (3,9 milioni), ma permangono 972 mila inattivi, pari al 18,9% dei laureati e al 6,5% dei circa 15 milioni di inattivi in età lavorativa. Non solo, circa il 72% dei giovani con impiego ha un titolo di studio medio-alto (almeno il diploma conseguito dopo 2 o 3 anni di scuola superiore).