Secondo il giornale della Cisl, Conquiste del lavoro, diciotto deputati hanno presentato un ricorso contro la delibera dell’Ufficio di presidenza dello scorso 14 dicembre ha deciso di dare un taglio al vecchio sistema dei vitalizi della Camera. Mentre la questione del nostro sistema previdenziale è ancora aperta con la classe 1952 e che il decreto milleproroghe vuole sanare, i deputati non vogliano proprio rinunciare al loro interessante vitalizio che, prima della decisione dell’Ufficio di presidenza, veniva concesso al raggiungimento dei 50 anni, ma che ora dovranno aspettare i 60 anni di età anagrafica.
Non male, da una parte si chiede ai lavoratori di rinunciare alla pensione di anzianità, quella dei 40 anni per intenderci, e dall’altra i nostri onorevoli proprio non vogliano dare l’esempio tanto che un manipolo di deputati ha deciso di impugnare la delibera al Consiglio di giurisdizione: organo interno della Camera istituito dall’allora presidente della Camera Luciano Violante nel 1988.
Ricordiamo che il Consiglio di giurisdizione è un organo di primo grado che consente di presentare, così come recita l’articolo 1 del regolamento per la tutela giurisdizionale non concernente i dipendenti,
…ricorsi e qualsiasi impugnativa, anche presentata da soggetti estranei alla Camera, avverso gli atti di amministrazione della Camera…
Un organo della Camera composto da deputati: onorevoli che giudicano ricorsi di altri onorevoli su una materia non di poco conto che proprio l’opinione pubblica ha dovuto subire modifiche sostanziali.
Non solo, secondo il giornale della Cisl, la maggior parte dei nomi dei diciotto onorevoli ricorrenti non si conoscono: è la privacy, anche se Roberto Rosso, uno dei ricorrenti, ha deciso di rilasciare la sua opinione. In effetti, per Roberto Rosso i diritti acquisiti non si possono toccare.
Per Elia Ferillo, autore del pezzo,
Lavorare per il bene comune non è cosa facile. Le altra qualità che un rappresentare del popolo deve avere è di essere opportuno e realista. Opportuno, non opportunista. Pensare che con un ricorso possa ribaltare una situazione che con sano realismo l’Ufficio di presidenza della Camera dei deputati ha assunto, non solo non è opportuno, è anacronistico