Da recenti indagini compiute sul territorio italiano, pare che anche in tempi di crisi la domanda di lavoro sia ben lungi dal conseguire l’attesa uniformità. Anzi, proprio negli ultimi anni di intensa criticità le richieste di professioni si stanno fortemente concentrando sui settori della produzione, dell’amministrazione, della finanza e del controllo.
In maniera più specifica, gli studi condotti dall’Osservatorio di JobCareer della Fondazione Cuoa, sostengono che la mappatura dei profili maggiormente richiesti veda una predominanza del settore dell’amministrazione, finanza e controllo, con una quota del totale di mercato pari al 19%, seguito dal commerciale e vendite al 17%, dalla R&D Logistica al 16%, dal marketing e comunicazione al 10%, e infine dalle risorse umane e organizzazione al 7% .
Seguono – ma con percentuali ben più risibili – le categorie della ricerca, dello sviluppo e dell’area tecnica, e infine il settore del turismo e degli esercizi pubblici.
In particolare le domande vedono una maggiore concentrazione al nord: in testa c’è ancora la Lombardia, seguita dal Piemonte, dall’Emilia Romagna, dal Veneto, dal Lazio e dalla Toscana.
Insomma, alla luce delle analisi e delle osservazioni compiute, sembra che in questo periodo di aumento della disoccupazione, i profili anti-crisi che consentono di conseguire i maggiori sbocchi lavorativi siano appartenenti alle figure gestionali e tipicamente legate al mondo finanziario, o a quelle specializzate nel reperimento di risorse finanziarie e nell’ottimizzazione del profilo finanziario dei progetti.
Chi cerca nuove strade non sembra quindi avere molta scelta: le possibilità di crescita riflettono questa classifica, premiando di più le chances dei lavoratori del settore produttivo, amministrativo, finanziario e del controllo. In aggiunta, si valuti come oltre il 60% dei profili richiesti abbia meno di 3 anni di esperienza: un sintomo di come le aziende stiano sempre più preferendo una fascia anagrafica e professionale relativamente giovane.