La riforma del lavoro si farà entro marzo. Ad affermarlo, in via speranzosa, sono a più riprese diversi esponenti del governo, che auspica di poter chiudere le trattative e i tavoli di lavoro nel brevissimo termine, possibilmente con un consenso allarganto. Non si esclude tuttavia una chiusura anticipata anche senza un buon esito delle negoziazioni, sebbene tale seconda strada sia per il momento una via non preferenziale.
In attesa di comprendere come verrà formalizzata la bozza della riforma del lavoro, il premier Mario Monti ha confermato pubblicamente che la revisione del sistema normativo occupazionale italianoe è un tema che “troverà la sua conclusione entro fine marzo”. Gli fa eco il Ministro Elsa Fornero, che ha dichiarato come “questa riforma non può essere fatta solo da tecnici, ha bisogno anche di consenso”, pur aggiungendo che nelle prossime settimane la revisione dovrà avere una sua fine.
Ad ogni modo, “il consenso non è facile, ma è quello per cui ci stiamo impegnando” – ha dichiarato in seguito il Ministro. Della riforma “parlo spesso con il presidente Monti, e oggi (venerdì scorso, ndr) ne ho parlato anche con Napolitano, che fa sentire la sua vicinanza, e di questo gli sono grata. (…) Mi piacerebbe tanto che questa riforma avesse la firma di tre donne: sarebbe di buon auspicio per il Paese”.
Meno ottimiste le parti sindacali, con il leader Cisl Raffaele Bonanni che dichaira che sebbene “le condizioni per chiudere la trattativa sul mercato del lavoro entro fine marzo ci sono”, è necessario che il governo “si presenti con una proposta, spero ragionevole, e le parti sociali, tutte ragionevoli, faranno l’accordo, e solo alla fine si vedrà quanti soldi servono”.
Dubbi anche sulla copertura finanziaria, dunque: il Ministro sta lavorando per recuperare due miliardi di euro, utili per confermare il piano di ammortizzatori sociali.