I giovani lavoratori, ovvero coloro che hanno iniziato il loro percorso di lavoro dal 1996 e sono inseriti interamente nel sistema contributivo, possono ottenere la pensione anticipata a 63 anni con 20 anni di contributi versati.
Ma sarà veramente possibile? Per la pensione anticipata dei giovani lavoratori si prevedono delle difficoltà , soprattutto perché la prima rata di pensione deve essere 2,8 volte l’assegno sociale. E questo requisito crea dei dubbi. Come faranno i lavoratori che hanno cominciato a lavorare dopo la riforma Dini del 1995, ovvero i giovani lavoratori, ad ottenere la nuova pensione anticipata voluta dalla nuova rifoma delle pensioni?
Le novità della riforma delle pensioni sono essenzialmente le seguenti: il sistema contributivo per tutti con pensione sulla base dei contributi versati, la cancellazione della pensione di anzianità , resta la pensione di vecchiaia ad almeno 66 anni, la modifica della pensione anticipata. E le novità che si riferiscono alla pensione anticipata riguardano appunto i giovani lavoratori.
La pensione anticipata si ottiene se si ha il requisito fondamentale di un tot numero di anni di anzianità contributiva. Pertanto, i giovani lavoratori per andare in pensione prima del requisito anagrafico, che è di 66 anni per i lavoratori dipendenti e autonomi, dovranno maturare il requisito anagrafico di 67 anni a partire dal 2021.
In dettaglio i requisiti per la pensione anticipata
Per i giovani lavoratori d’oggi, ripetiamo ”coloro che lavorano dal 1° gennaio 1996” e che sono interamente nel sistema di calcolo basato solo sui contributi effettivamente versati, i requisiti per avere un accesso futuro alla pensione anticipata sono: *età di 63 anni; *almeno 20 anni di contributi; *prima rata di pensione non inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale.
In sintesi, i giovani lavoratori d’oggi potranno accedere alla pensione anticipata di 4 anni (da 67 a 63 anni), se avranno almeno 20 anni di contributi Inps versati. Previsioni difficili e tuttavia, nonostante i molti dubbi sul futuro, è d’obbligo una considerazione, peraltro imposta dall’attuale situazione precaria del mondo del lavoro: questa novità si porebbe ritenere ”positiva”, vista l’incognita di non riuscire ad accumulare neppure 20 anni di contributi a 60 anni?