L’assegno sociale è, come certo sapete, un sostegno economico assistenziale che l’Inps eroga per i cittadini a basso reddito o a reddito zero. Oggi precisiamo le norme per l’assegno sociale dopo la riforma delle pensioni
L’assegno sociale è un sostegno economico erogato indipendentemente dai contributi versati all’Inps, quindi è garantita indipendentemente dai contributi previdenziali effettivamente versati dalla persona che ne ha diritto e viene corrisposto ai cittadini italiani, residenti in Italia, che abbiano compiuto 65 anni e che abbiano i seguenti requisiti: *cittadinanza italiana; *residenza effettiva e abituale in Italia; *65 anni di età (ma soggetto ad adeguamento dal 2013); *articolari condizioni reddituali personali e del coniuge.
L’Inps procede ogni anno alla verifica dei requisiti per accertare che permangano le condizioni che danno diritto all’assegno sociale, in quanto questa particolare prestazione ha scopi assolutamente assistenziali, a prescindere dai contributi versati dal beneficiario e, pertanto, è necessaria presentare ogni anno una certificazione del diritto alla pensione
La domanda per l’assegno sociale, con allegata la dichiarazione reddituale, può essere presentata alla sede Inps, direttamente o attraverso gli Enti di Patronato riconosciuti dalla legge che assistono gratuitamente i lavoratori; oppure può essere inviata per posta a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento. Il modulo di domanda è disponibile presso le sedi Inps o gli Enti di patronato o scaricabile dal sito www.inps.it.
Naturalmente, anche per l’assegno sociale, dopo la riforma delle pensioni, cambierà il requisito di età anagrafica di 65 anni per il diritto alla prestazione assistenziale da parte dell’Inps. Infatti, le pensioni saranno adeguate alla cosiddetta ”speranza di vita” in rapporto all’aumento dell’età anagrafica riferito da statistiche Istat, formulate con il meccanismo di adeguamento ora triennale ma poi biennale, e di conseguenza ci sarà un aumento dell’età anagrafica necessaria anche per ottenere l’assegno sociale, come per tutte le pensioni.
L’adeguamento alla ”speranza di vita” scatterà, quindi, nel 2013 e successivamente nel 2016 e poi nel 2019 e da quell’anno in poi l’adeguamento non sarà più triennale, ma biennale. Dal 2018, la Riforma Monti ha introdotto l’aumento di un anno, pertanto dal 2018 l’età passa a 66 anni, più precisamente a 66 anni e 7 mesi, tenendo conto anche dell’aspettativa di vita.