L’Inail pone in evidenza i dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in materia di lavoro irregolare: in base ai dati ufficiali sono circa il 52% le aziende irregolari in fatto di lavoro ispezionate dal personale del Ministero.
I dati sono importanti perché mettono nella luce giusta la situazione del lavoro in Italia; in effetti, mentre si arranca a cercare un lavoro serio e regolare, più della metà delle aziende ispezionate presenta una situazione irregolare.
Infatti, nel primo semestre del 2012 su 70mila aziende controllate le aziende non proprio in ordine sono stati 36400 dove il 31% delle aziende presentava una situazione estrema, ossia la presenza di situazioni totalmente in nero.
Il Ministero del Lavoro ha comunicato di aver ispezionati più di 200mila posizioni lavorative: gli irregolari sono risultati 73.325, di cui 22.587 totalmente in nero con un importo introitato a seguito delle sanzioni ammontano a 61.983.539 euro.
Le aziende sospese sono 4.311 per violazione delle norme sull’uso del personale ai fini contributivi. Le principali violazioni riscontrate hanno riguardato
la disciplina in materia di orario (12.879) e l’illecita intermediazione di manodopera (6.335 lavoratori). I lavoro autonomi fittizi che sono stati disconosciuti sono risultati pari a 7.270 unità. Ulteriori irregolarità amministrative e penali sono state riscontrate in relazione all’occupazione delle lavoratrici madri (183), dei disabili (496) e dei minori (405)
L’Operazione Mattone sicuro, finalizzata a rafforzare nel settore edile il contrasto al lavoro sommerso e gli interventi di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, è stata condotta insieme all’Arma dei Carabinieri.
Nel primo semestre 2012, l’Operazione Mattone sicuro ha coinvolto 7682 aziende riscontrando, nel 57% dei casi, violazioni delle norme con 2932 lavoratori non a regolari, di cui 1531 totalmente sconosciuti alle autorità previdenziali.
La Regione con il maggior numero di violazioni è il Lazio con il 77% mentre la regione Campania si attesta al 68% e la Puglia si piazza al terzo posto con una incidenza del 66%.