La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 223 del 2012, ha dichiarato illegittima la trattenuta del Tfr operata dagli enti nelle buste paga dei lavoratori del settore pubblico dal 1° gennaio 2011 in poi.
Ci riferiamo alle trattenute mensili a titolo di rivalsa del 2,50%, nella misura dai 30 agli 80 euro al mese, operate per due anni nelle buste paga dei dipendenti pubblici dagli enti che hanno continuato a prelevare per due anni dalle buste paga quote mensili non dovute. Pertanto i dipendenti pubblici hanno diritto ad un rimborso per aver subito un danno economico.
In merito erano già intervenuti alcuni Tribunali locali e anche il TAR a livello nazionale, che avevano condannando alla restituzione degli importi illegittimi l’ente pubblico di turno, il quale tuttavia ha fatto orecchie da mercante. L’intervento della Corte Costituzionale, con la sentenza citata, ha dichiarato illegittima la trattenuta del Tfr in busta paga dei dipendenti pubblici, confermandone il diritto al rimborso delle quote non dovute. (leggi anche Rimborso trattenuta Tfr dipendenti pubblici, modalità quantificazione)
La sentenza della Corte Costituzionale n. 223 del 2012 pone fine, così, al contenzioso sulla trattenuta del 2,5% applicata in busta paga ai dipendenti pubblici dal 2011 ad oggi. Ma è forse necessario fare qualche passo indietro per chiarire il percorso di questo contenzioso finito bene per i lavoratori e nato da anomala interpretazione delle norme in vigore sul tema.
Come molti sapranno, agli inizi del 2011 c’è stato il passaggio dal Tfs al Tfr per i trattamenti di fine rapporto dei dipendenti pubblici. Con il passaggio al trattamento di fine rapporto, cosiddetto Tfr, che è il sistema di calcolo per il trattamento di fine rapporto previsto per i lavoratori del settore privato, i dipendenti pubblici avevano diritto ad essere equiparati a quelli del settore privato, cioè non avevano più l’obbligo di versare la quota mensile a loro carico.
Un diritto che evidentemente gli enti hanno ignorato se hanno continuato ad addebitare in busta paga un 2,5% a loro carico. Tant’è che, malgrado il passaggio di sistema, i dipendenti pubblici si sono visti finora addebitare la quota mensile del 2,5% dovuta in base al vecchio sistema di calcolo del trattamento di fine servizio, cosiddetto Tfs.
Infatti gli enti pubblici, in questi mesi, hanno continuato a sostenere che la percentuale a carico del lavoratore era ancora dovuta. La sentenza della Corte Costituzionale ha riconosciuto illegittima la trattenuta del Tfr in busta paga ai dipendenti pubblici e, quindi, il diritto alla restituzione del 2,5% dell’80% della retribuzione mensile, trattenuto dagli enti di cui sono dipendenti, in tutte le buste paga per quasi 2 anni.
NOTA
Si tratta del 2% dello stipendio lordo su base contributiva, una cifra che per molti dipendenti statali si avvicina ai 40-50 euro mensili, che in due anni significano oltre 1.000 euro. Vi diremo come ottenere il rimborso.
APPROFONDIMENTI
*Chiarimenti sul trattamento di fine servizio per i dipendenti pubblici
*Sentenza della Consulta sul TFR dei dipendenti pubblici