Per la titolare del dicastero del Lavoro nell’applicare la riforma del lavoro gli ispettori devono valutare “la buona fede” di chi controllano, ovvero li ha invitati a non essere “il potere che impone” ma “un servizio nell’applicazione della norma”.
L’invito arriva dal Ministro durante la quinta Conferenza nazionale sull’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale, che si è svolta a Palazzo Brancaccio e ha dedicato un approfondimento proprio all’impatto della riforma del lavoro sulla attività di vigilanza.
La CGIL, per voce del segretario confederale Serena Sorrentino, ha osservato che l’invito del Ministro
Come secondo il ministro un ispettore dovrebbe distinguere tra buona e cattiva fede? Non si può chiedere agli ispettori del lavoro di chiudere un occhio e ‘valutare la buona fede’ rispetto alla necessità impellente di contrastare il lavoro irregolare
Per il Ministro occorre, al contrario, far vivere la riforma nella società
Fare la riforma del mercato del lavoro è stato molto difficile, ma farla vivere nella società è la parte più difficile
Serena Sorrentino aggiunge che
Non si può poi come ha fatto la Fornero, dire agli ispettori del lavoro di trovare quell’entusiasmo necessario nel loro lavoro nonostante Spending review e tagli che rendono difficile gestire le operazioni di verifica e di controllo. Il ministro dovrebbe sapere che il loro è un compito prezioso: basterebbe ricordare che ogni ispettore recupera risorse per lo stato pari a cinque volte il suo costo
Al contrario, per la CGIL occorre potenziare i mezzi e incrementare le risorse, insieme alle dotazioni organiche per i servizi ispettivi, ma non introducendo tagli nel settore attraverso la Spending Review visto che lo stesso Ministro ha riconosciuto le difficoltà provocate dai tagli alla spesa anche in materia di vigilanza
In ultima analisi, la CGIL è fortemente critica con il Ministro visto che la riforma del lavoro è stata proposta per regolare meglio il lavoro, renderlo più sicuro e, insieme, contrastare l’elusione.