L’abbigliamento in pelle è un vero e proprio evergreen nel mondo della moda. Non è esagerato affermare che nel 2022 è esplosa la leather mania: lucida, scamosciata, colorata; la pelle è diventata un must have per tutti gli amanti dello shopping e della moda. Nonostante sia un materiale piuttosto apprezzato, non tutti, ancora oggi, sanno come viene lavorata e come i capi in pelle prendono forma.
I tipi di pelle
I capi di abbigliamento in pelle, così come gli accessori, possono essere realizzati utilizzando diverse tecniche di lavorazione, a seconda dell’animale di provenienza. Infatti, la pelle si distingue in varie tipologie, secondo la concia, la rifinitura, il taglio, ecc.
I tipi di pelle maggiormente utilizzati sono:
- Vacchetta: questa pelle deriva dall’industria alimentare, come scarto. In genere viene utilizzata per realizzare accessori di piccola pelletteria, in particolare portafogli e cinture, ma anche scarpe. La sua peculiarità è la capacità di diventare più scura nel tempo.
- Camoscio: a differenza della pelle scamosciata, che deriva da ovini e bovini, quella di camoscio si ricava appunto dal camoscio, oppure animali simili come renne, daini ecc. Si tratta di una lavorazione complicata, che permette di ottenere accessori raffinate, per questo è anche molto costosa.
- Saffiano: si tratta di un tipo di pellame dalla trama particolare. Infatti, il suo nome non deriva dall’animale utilizzato (cioè il vitello) bensì dalla lavorazione, che permette di ottenere una sorta di “graffi”. In genere, la pelle saffiano viene impiegata nella realizzazione di borse ed accessori di lusso.
- Primo fiore: questo termine viene attribuito allo strato più esterno del pellame, quello ricoperto da pelo. Dopo aver rimosso i peli, la pelle viene conciata. Per essere definita primo fiore, la pelle deve essere porosa e rugosa, molto naturale e morbida al tatto. La sua caratteristica principale è l’ottima traspirabilità.
Come riconoscere la pelle vera?
A primo impatto, potrebbe non essere semplice riconoscere la vera pelle da quella sintetica, perché ad occhio le differenze non sono molte. Tuttavia, basta toccare con mano per rendersi conto di avere davanti un prodotto di qualità. La pelle, infatti, è molto pregiata e presenta fibre flessibili. Ciò significa che con il tempo tale materiale tende ad ammorbidirsi, mentre la finta pelle spesso si spacca e diventa inutilizzabile. Proprio per questo, è fondamentale concentrarsi sui dettagli per capire davvero la tipologia di tessuto. Se fuoriescono dei filamenti, simili alla garza o retina, allora si tratterà di finta pelle. Bisogna poi annusare il capo: la pelle vera ha un odore inconfondibile, che si mantiene per anni. Un altro consiglio è quello di concentrarsi sulle imperfezioni. Le lavorazioni in pelle, sia i capi di abbigliamento che gli accessori, spesso presentano disomogeneità di colori, difetti come dei graffietti o delle punture di insetto, ecc. Ancora, occorre leggere le etichette: secondo il decreto ministeriale dell’11/04/96 è necessario indicare sui cartellini la dicitura “vera pelle” se i capi vengono prodotti rispettando alcune caratteristiche. L’ultimo suggerimento riguarda il prezzo. Non ci si può aspettare, infatti, che i capi in vera pelle possano costare poco. La lavorazione di accessori e capi in vera pelle è più impegnativa rispetto ai tessuti sintetici, e quindi anche il prezzo di vendita sarà maggiore in confronto a questi ultimi.