Non ci sono esuberi in seguito alla incorporazione di Banca Caripe e Tercas nel Gruppo Banca Popolare di Bari. I sindacati, al fianco dei lavoratori in questa lunga trattativa, sono riusciti a tutelare le posizioni dei loro iscritti. E così, a fronte di una quarantina di dipendenti che andranno in pensione con incentivi ben definiti, ce ne saranno un centinaio che, alla scadenza del contratto, se lo vedranno rinnovare.
Lo stesso trattamento sarà riservato agli apprendisti che potranno dunque sperare in un lasso di tempo più lungo passato a lavoro. Un accordo, quello siglato alla metà di luglio, che certamente può fare sorridere il segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani), Lando Maria Sileoni, il quale – a margine della trattativa conclusa – ha parlato di accordo equilibrato e positivo per entrambe le parti in una trattativa dove a prevalere è stato il buon senso.
Si tratta di un accordo equilibrato perché mantiene dal punto di vista politico la volontarietà dei prepensionamenti e delle giornate di solidarietà. Mi auguro che il nuovo gruppo possa diventare un punto di riferimento per il settore bancario del Sud, anche in caso di fusioni e integrazioni.
L’incorporazione di Banca Tercar e Caripe in Gruppo Popolare di Bari era stata prevista dal piano industriale 2016-2020. E se i sindacati sono soddisfatti per quanto ottenuto, lo stesso si può dire anche per il Gruppo protagonista della incorporazione. Il suo presidente Marco Jacobini si è detto infatti molto ottimista per il futuro, convinto che questa operazione non possa fare altro che giovare al Gruppo e ai suoi correntisti che potranno dunque godere di maggiore solidità.
Nelle prossime settimane presenteremo i risultati semestrali del Gruppo – ha detto – ora ancora più solido e stabile con la Banca Unica, e stimiamo che i risultati che ci attendono siano positivi