Da più parti si chiede l’adeguamento delle pensioni per dare finalmente attuazione all’ordine del giorno recepito positivamente dal governo con cui la Camera ha raccomandato la revisione del meccanismo di rivalutazione dei trattamenti previdenziali.
Interviene nella discussione il segretario nazionale della Fnp Cisl, Mario Menditto, che osserva
Ora i pensionati attendono che ci siano conseguenze concrete in tal senso, ufficializzate nel cosiddetto decreto milleproroghe da formalizzare entro fine d’anno
Il sindacato ritiene urgente intervenire sulla materia poiché sulle pensioni più datate pesano ormai 15 anni di mancata rivalutazione, mentre su quelle medie e medio alte grava il rischio di un’ulteriore ingiusta penalizzazione che minaccia di ridurre ancora l’entità del recupero annuale dell’inflazione.
In assenza di riparo normativo adeguato, sottolinea l’esponente della FNP della Cisl, verrà meno, col 31 dicembre, l’adeguamento del 100% dell’indice del costo-vita per gli assegni da 3 fino a 5 volte il minimo.
Intervenire su questa materia è decisamente importante poiché permetterebbe ai pensionati di recuperare un po’ del loro potere di acquisto.
Ricordiamo che la previdenza, nel nostro Paese, viene finanziata attraverso il cosiddetto salario differito: un prelievo obbligatorio sulle buste paga dei lavoratori attivi, sotto forma di contributi, che vengono versati agli enti che provvederanno al pagamento delle pensioni.
Il sistema pensionistico italiano non si regge con i criteri tipici di un’assicurazione perché gli assegni non sono in rapporto individuale rispetto ai versamenti, ma si collocano in un sistema solidaristico definito a ripartizione in quanto le prestazioni pensionistiche di oggi sono pagate con i contributi dei lavoratori attivi di oggi.
Non solo, é anche opportuno ricordare che le gestioni dei fondi accantonati per i lavoratori dipendenti sono quasi sempre con i bilanci in attivo.
Il fatto, però, è che a carico dei fondi previdenziali vengono poste altre spese sociali che dovrebbero invece essere finanziate dalla fiscalità generale, e cioè di tutti i contribuenti e non solo dei lavoratori.
Per questa ragione intervenire sull’adeguamento si fornisce una risposta precisa e solidaristica di estrema importanza visto che questi ex lavoratori hanno versato per pagare la pensione dei loro padri.