Il ministro Elisa Fornero congela temporaneamente l’articolo 18 e scommette sull’apprendistato come forma contrattuale per l’inserimento al mondo del lavoro. Il ministro del Welfare propone infatti una nuova riforma del lavoro, presentata all’interno di una serie di recenti incontri tenutisi a Bruxelles: “Rilanciare l’apprendistato come forma contrattuale di ingresso nel mondo del lavoro per i giovani. Vogliamo che questo modello veicoli formazione e non flessibilità”.
Sarà. Ma intanto in Italia i giovani disoccupati sono 1 milione e 200 mila, e sono sempre di più quelli che cercano di attivarsi attraverso il passaparola, i Centri per l’Impiego, le occasioni fornite sul web Internet e vie di selezione più o meno canoniche; sempre di più sono ancora i giovani che sarebbero disposti ad andare a lavorare all’Estero anche per cifre non elevate.
Una buona fetta di giovani – come emerge da recenti ricerche in materia – sarebbero infatti disposti a lasciare la propria casa se la remunerazione mensile fosse di almeno 800 euro. Ancora, dati alla mano, 542 mila sono i giovani under 30 che hanno un contratto di apprendistato mentre 500 mila sono gli stagisti. A fronte di questi dati, quale sarà il futuro dei giovani tirocinanti alla ricerca di un posto fisso?
L’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano (Pd) difende la proposta del ministro Fornero: “Oggi le aziende sfruttano l’istituto del tirocinio soltanto per avere manodopera non pagata, e di formativo gli stage non hanno più nulla. Io credo in un contratto di apprendistato che faccia interamente leva sulla formazione, e che una volta terminato preveda dei premi per le imprese che stabilizzano il giovane. Lo stage, per come è diventato oggi, va abolito”. Di altro avviso è il deputato Pdl Giuliano Cazzola che considera giusto puntare sui contratti di apprendistato, anche se “eliminare del tutto i tirocini non credo sia possibile e nemmeno azzeccatissimo: stage e contratto di apprendistato possono coesistere.”
Voi che ne pensate?