Nei giorni scorsi il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero dell’Istruzione e la Regione Lombardia hanno sottoscritto un’intesa che permetterà agli studenti lombardi di 16 anni di ottenere un titolo di studio attraverso un contratto di apprendistato di primo livello, per adempiere al diritto dovere di istruzione e formazione.
Questo è il primo accordo siglato in Italia tra il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni insieme all’assessore regionale competente per materia Gianni Rossoni e i ministri dell’istruzione Mariastella Gelmini e del lavoro Maurizio Sacconi.
L’accordo rende operativo l’articolo 48 del decreto legislativo 276/03 (apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione).
Il piano formativo individuale, integrato nel contratto di apprendistato, prevede un monte ore di formazione di 400 ore l’anno, un incremento di 160 ore rispetto alla normale attività formativa.
Secondo i termini dell’accordo, il monte ore di formazione è determinato in modo congruo in base alla qualifica da conseguire e sulla base dei crediti formativi già acquisiti, ovvero la formazione di 400 ore, interne o esterne all’azienda, è definito secondo quanto previsto nel piano di formazione individuale e certificate dalle istituzioni così come prevede l’articolo 24 della legge regionale 19/07 anche per il tramite degli enti bilaterali di cui all’articolo 2 de decreto legislativo n. 276 del 2003.
Ricordiamo che il percorso di primo livello così definito è idoneo al riconoscimento di una qualifica professionale.
Per quanto riguarda l’età limite, l’intesa prevede che venga applicata la normativa che vige al momento della stipula del singolo contratto di lavoro. A oggi sono interessati i giovani tra i 16 e i 18 anni.
Secondo il presidente della Lombardia Roberto Formigoni l’accordo definito e fortemente voluto dalla regione intende recuperare decine di migliaia di ragazzi e dare un riconoscimento professionale con il titolo di studio.
Il gruppo dell’opposizione presente nel consiglio regonale delle Lombardia, pur esprimendo parere favorevole, auspica un attento controllo sul reale rischio dell’iniziativa che potrebbe sostituire l’obbligo scolastico.