Il ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità Elsa Fornero ha voluto spegnere i fuochi sollevati negli scorsi giorni circa la possibilità di porre mano all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, quella norma che discipplina il licenziamento per sola giusta causa. “Non ho nulla in mente a proposito dell’articolo 18, lo voglio ribadire” – ha affermato il ministro a Porta a Porta – “chiedo però che si parli di lavoro guardando ai problemi”.
Una vicenda, quella della possibile riforma dell’articolo 18, che va pertanto ad arricchirsi di un ulteriore tassello. Le iniziali aperture di revisione della norma avevano infatti incontrato la dura opposizione da parte delle parti sindacali, tanto da far dichiarare alla Fornero di essere rimasta “dolorosamente colpita” dalle reazioni di Cgil, Cisl e Uil, sigle per l’occasione nuovamente riunite sotto un unico ombrello.
Mentre la Fornero lancia chiarimenti in diretta televisiva, il premier Monti sembra invece agire più nell’ombra, concordando – secondo la stampa degli ultimi giorni – le proprie mosse con i principali leader politici e, in particolar modo, con Silvio Berlusconi e con Pier Luigi Bersani. Un’azione preventiva che servirà ad assicurarsi l’appoggio nel momento in cui le riforme dovessero arrivare in Parlamento, evitando bagni di sangue e, probabilmente, nuovi ricorsi alla fiducia.
Ad appoggiare l’operato di Monti è anche il numero uno della fondazione Italia Futura, Luca Cordero di Montezemolo, il quale, con una lettera a tutti gli associati, ha dichiarato l’impegno della fondazione per le elezioni del 2013. Un annuncio che sembrava l’anticamera di una discesa (pubblica) sulla piazza politica, ma che è stata poi ricollocata a più miti consigli dal portavoce della fondazione, che ha precistao come “nella lettera non c’è nessun riferimento diretto, né alcun annuncio di un impegno politico diretto dell’avvocato Montezemolo in vista delle elezioni del 2013. Montezemolo continua a fare l’imprenditore e il manager”. Ma per quanto tempo ancora?