L’Inps, con il messaggio n. 10995, ha concesso tre mesi di deroga al divieto di pagamento in contanti per le prestazioni a sostegno del reddito. In altri termini, fino al mese di settembre (non sembrano esservi spazi per ulteriori proroghe), l’istituto continuerà ad erogare le prestazioni di disoccupazione con le vecchie modalità, in contante, in presenza di significative concentrazioni di pagamenti presso gli uffici postali.
Si tratta, a ben vedere, di una sostanziale e sostanziosa deroga a quanto in applicazione dal 1 luglio, quando è scattato il divieto per le pubbliche amministrazioni di procedere all’utilizzo dei contanti per i pagamenti. Il divieto sarebbe dovuto scattare il 7 marzo (cioè 90 giorni l’entrata in vigore della manovra Monti), ma era stato successivamente prorogato dal d.l. semplificazioni.
Il nuovo obbligo, posto a carico di tutte le pubbliche amministrazioni, centrali e locali, e ai loro enti, riguarda l’utilizzo di strumento di pagamento elettronici, resi disponibili dai sistemi bancari e postali, incluse le carte di pagamento prepagate (obbligo di tracciabilità) e tocca la corresponsione di stipendi, pensioni e ogni altro tipo di compenso, comunque dovuto in via continuativa ai lavoratori e ai prestatori d’opera, nonché per ogni altro tipo di emolumento a chiunque destinato, se risulta di importo superiore ai 1.000 euro.
Stando a quanto affermato dal presidente dell’Inps, Mastrapasqua, i contribuenti pensionati che non hanno ancora provveduto ad aprire il conto o il libretto di risparmio sono passati rapidamente da quota 600 mila unità a quota 30 mila. Nelle prossime settimane, è probabile che il dato possa pressochè azzerarsi, soprattutto con l’avvicinarsi della scadenza del periodo transitorio, nel quale le poste e le banche procederanno ad accantonare presso di sé le somme non erogate in contanti alla clientela, ma nemmeno restituite alla stessa Inps. Dal 1 ottobre, eventuali pagamenti in contanti saranno stornati e resi dell’Istituto erogante.