Uno degli strumenti introdotto dalla riforma Fornero sul lavoro, e fortemente voluta dal governo Monti, è l’assicurazione sociale per l’impiego che dovrebbe sostituire gli attuali strumenti soggettivi di copertura.
Infatti, l’ASPI, come viene chiamato questo nuovo strumento, dovrà sostituire l’indennità di mobilità, l’indennità di disoccupazione non agricola ordinaria, l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti e l’indennità di disoccupazione speciale edile nelle diverse varianti.
La nuova assicurazione viene estese ad una più ampia vasta platea di lavoratori inclusi apprendisti o artisti, oggi esclusi dall’applicazione di ogni strumento di sostegno del reddito.
Non solo, sono coperti anche i lavoratori dipendenti del settore privato ed i lavoratori delle Amministrazioni pubbliche (art. 1, comma 2, D.Lgs. 165/2011) con contratto di lavoro dipendente non a tempo indeterminato, come tempo determinato, contratti di formazione e lavoro.
Con riferimento ai collaboratori coordinati e continuativi, pur esclusi dall’ambito di applicazione dell’ASpI, si rafforzerà e porterà a regime il meccanismo una tantum oggi previsto.
I requisiti per accedere all’ASpI sono analoghi a quelli che oggi consentono l’accesso all’indennità di disoccupazione non agricola ordinaria, ovvero 2 anni di anzianità assicurativa ed almeno 52 settimane nell’ultimo biennio.
La durata massima dell’assicurazione è commisurata all’età anagrafica del lavoratore: 12 mesi per i lavoratori con meno di 55 anni di età e 18 mesi per i lavoratori con almeno 55 anni di età (nel limite delle settimane di lavoro nel biennio di riferimento).
In caso di nuova occupazione si prevede che i periodi di lavoro inferiori a 6 mesi sospendano il trattamento, con ripresa alla fine del periodo di lavoro. I periodi di lavoro superiori a 6 mesi fanno ripartire il trattamento (in presenza dei requisiti contributivi).
Il testo presentato dal governo prevede un importo massimale dell’assicurazione di 1.119 euro rivalutati annualmente sulla base dell’indice dei prezzi FOI con un massimale basso di 931 euro. Al pari delle altre forme di indennità anche l’ASpI prevede un importo legato al reddito del lavoratore, in pratica del 75% fino alla retribuzione di 1.150 euro e del 25% per la parte di retribuzione superiore a 1.150 € e fino al massimale.
La proposta prevede poi l’abbattimento del 15% dell’indennità dopo i primi 6 mesi e di un ulteriore 15% dopo altri 6 mesi.