La volontà di dare una mano alle famiglie e alle imprese e una vicinanza al territorio in cui opera che non si rivede in tutti i competitor. Stiamo parlando della Banca Popolare di Bari e della sua scelta di non abbandonare le realtà locali, dislocate prevalentemente nel Centro-Sud, con qualche filiale anche in Lombardia e in Toscana.
Il lavoro fatto dal Direttore Generale Gianluca Jacobini e dal resto dei vertici dell’istituto pugliese è stato veramente considerevole, soprattutto in virtù di una situazione non proprio semplice, per usare un eufemismo, da gestire in questi ultimi due anni. Tra l’incorporazione della Banca Tercas che ha avuto costi molto elevati, le varie tensioni che sono state provocate da numerose inchieste giudiziarie e anche dalla contrazione dei mercati. Il bilancio del 2017 è stato quello di un tipico anno di transizione: i dati consolidano non fanno altro che sottolineare il buon aumento fatto registrare dalla raccolta totale pari al 10,2%, attestandosi sui 14,9 miliardi di euro.
Problematica è stata anche la situazione relativa alla trasformazione in Spa della Banca Popolare di Bari. Infatti, le note vicende che sono terminate finalmente con la pronuncia della Consulta, non hanno fatto altro che rallentare l’intero iter di cambiamento e adeguamento alla nuova normativa introdotta dalla riforma del Governo Renzi. Adesso l’intero percorso ha ripreso vita e a breve dovrebbe essere definite anche le linee guida relative alle varie fasi del processo di trasformazione.
Anche la solidità della banca pugliese è sotto gli occhi di tutti, con i depositi che hanno fatto registrare un incremento del 14,7% e una liquidità che si aggira intorno a 2,4 miliardi di euro. Nel momento in cui scatterà finalmente la scintilla di una ripresa decisamente più strutturata in confronto a quella attuale eccessivamente debole, allora cominceranno anche gli interventi di supporto alle economie delle zone del Centro-Sud Italia.