Banca Popolare di Bari ha impugnato le sanzioni della Consob e adesso arriva la decisione della Corte d’Appello di sospenderle.
La Consob aveva riscontrato delle violazioni nei periodi tra il 2014-16 da parte dell’istituto creditizio barese e aveva multato i vertici e la Banca. Sanzioni che la Popolare di Bari ha definito “ingiuste” e “non rispondenti ai comportamenti mantenuti nel tempo” dall’istituto creditizio.
La Corte d’appello di Bari ha così disposto la sospensiva del provvedimento con il quale Consob, nei giorni scorsi, ha multato i vertici della Popolare di Bari e l’istituto stesso, in qualità di responsabile amministrativo, per un totale di 1,95 milioni di euro.
Il Tribunale d’appello ha accolto, inaudita altra parte, l’impugnazione dell’istituto e il procedimento andrà avanti nelle prossime settimane con la comparizione delle parti.
La Consob aveva deciso le sanzioni a metà settembre con l’approvazione di due delibere in cui la Commissione illustrava le violazioni riscontrate e stabiliva le sanzioni. La Banca Popolare di Bari ha respinto quei provvedimenti e considera la decisione “non fondata nel merito”.
“La decisione – afferma la Banca – riguarda in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013”.
La Banca è sicura di aver costantemente “operato nel pieno rispetto delle normative vigenti, con una costante e fattiva interlocuzione con il Regolatore” e per avvalorare la sua posizione ha inviato alla Consob una memoria difensiva, corredata da una necessaria e dettagliata documentazione”.
“La decisione – precisa la Banca Popolare di Bari – non tiene conto del fatto che, in occasione di tutte le operazioni straordinarie degli ultimi anni (a partire dall’aumento di capitale del 2012), le concrete modalità operative sono state in piena trasparenza continuamente condivise con l’Autorità, che ha avuto modo di conoscerne ogni aspetto di dettaglio, nel contesto di una continua e intensa interlocuzione, in particolare in occasione degli aumenti di capitale 2014 e 2015, funzionali al salvataggio del Gruppo Tercas”.