La Bosch pensa anche in rosa e lo fa lanciando il progetto women@bosch. La multinazionale tedesca ha studiato un programma dedicato esclusivamente alle studentesse universitarie in ingegneria che stanno ultimando il loro iter di studio.
women@bosch mette a disposizione delle laureande l’opportunità di confrontarsi con donne manager e professioniste dell’Azienda trascorrendo una giornata intera nella sede di Milano del Gruppo Bosch in Italia.
I posti disponibili sono 30 e le candidature dovranno pervenire al sito internet www.bosch.career.it entro il 31 Maggio. La Bosch valuterà le candidate e le selezionate verranno convocate ad entrare in Azienda il 18 Giugno.
Il progetto vuole offrire ai futuri ingegneri donna la possibilità di seguire le testimonianze delle donne professioniste dell’Azienda, raffrontandosi direttamente con il mondo del lavoro. Le laureande potranno ascoltare i suggerimenti delle manager sulla gestione dell’equilibrio tra mondo del lavoro e vita privata e avranno l’opportunità di entrare in contatto con una realtà multinazionale e farsi conoscere per eventuali ricerche di personale. Nel corso della giornata le studentesse saranno coinvolte in un gioco di ruolo che include la soluzione di un caso aziendale.
Il progetto è frutto dell’intensa attenzione che la Bosch riserva i giovani e alla costatazione del notevole incremento di iscritte di sesso femminile alla facoltà di ingegneria meccanica, elettronica e gestionale, indirizzi che maggiormente interessano all’Azienda.
Nata come “Officina meccanica di precisione ed elettrotecnica”, la Bosch è stata fondata a Stoccarda nel 1886 da Robert Bosch.
Leader mondiale nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione di tecnologie per autoveicoli, industriali, costruttive e di beni di consumo, il Gruppo comprende oggi una rete di circa 300 filiali in tutto il mondo.
Nel 2009 l’azienda ha conta 275.000 collaboratori, raggiungendo un fatturato che supera i 38,2 miliardi di euro. Molto è investito in Ricerca & Sviluppo: si contano più di 3,5 miliardi di euro con una registrazione di quasi 4.000 brevetti.
invece di occuparsi delle laureande che devono ancora finire, perchè non si occupano delle laureate?