Introdotte dal Decreto sulla crescita, la breve vita delle cambiali finanziarie sta subendo qualche evoluzione piuttosto importante. Le novità apportate all’originaria stesura del decreto legge n. 83/2012 dovrebbero poter favorire l’emissione di questi innovativi strumenti finanziari per le piccole e per le medie imprese. Ma vediamo insieme quali sono tutti gli elementi caratteristici di questa nuova possibilità concessa alle pmi che desiderino poter reperire nuovo denaro mediante emissioni cambiarie.
La prima grande novità riguarda l’azzeramento dei tetti all’emissione delle cambiali finanziarie, che potranno pertanto essere potenzialmente emesse per importi illimitati. Ad ogni modo, lo sforamento sul totale dell’attivo non sarà ininfluente, sebbene le conseguenze saranno esclusivamente di natura informativa: lo sforamento dell’attivo, prevedono le ultime innovazioni sul tema, darà infatti luogo esclusivamente a una segnalazione da parte dello sponsor, per ciascun emittente.
Ad essere interessate dalle novità (in proposito, qui il nostro speciale su Incentivi impresa: tutte le novità del Decreto Crescita), le società non emittenti strumenti finanziari quotati sui mercati regolamentati o su sistemi multilaterali di negoziazione, diversi dalle banche e dalle micro imprese. Uno sponsor dovrà comunque assistere la piccola o media impresa nell’emissione e nel collocamento: per i primi 18 mesi sarà inoltre possibile evitare la certificazione del bilancio, per un evento poi obbligatorio, e a cura dei revisori. Viene così introdotta una norma transitoria grazie alla quale, per un periodo di 18 mesi dalla data di entrata in vigore della norma, le imprese possono derogare all’obbligo di certificazione del bilancio se l’emissione è assistita, in misura non inferiore al 50% del valore di emissione delle cambiali, da garanzie prestate da una banca o da un’impresa di investimento, ovvero da un consorzio di garanzia collettiva dei fidi per le cambiali emesse da società aderenti al consorzio.
Per quanto concerne le ulteriori novità in materia, l’impossibilità – da parte dei soci dell’impresa emittente – di investire nelle cambiali finanziarie della propria società.