Grazie ad una votazione favorevole da parte sia del centrodestra, sia del centrosinistra, alla Camera dei Deputati, ed in particolare presso la Commissione Lavoro, è stato approvato un importante emendamento anticrisi che prolunga la cassa integrazione ordinaria da dodici a diciotto mesi, ovverosia da 52 a ben 78 settimane. Trattasi di una misura di rilevante importanza se si considera che nelle ultime settimane sono state molte le aziende nel nostro Paese che, a causa del loro persistente stato di crisi, hanno dovuto fare richiesta per la CIGS, la cassa integrazione guadagni straordinaria con molti casi che, in base ai decreti di concessione, hanno riguardato purtroppo anche dei fallimenti societari. L’emendamento approvato in Commissione, tra l’altro, è in linea con le richieste della CGIL, la quale da parecchi mesi oramai chiede il raddoppio della cassa integrazione guadagni ordinaria, portandola da 52 a 104 settimane al fine di evitare che le aziende e, di riflesso, i lavoratori rimangano scoperti dal beneficio degli ammortizzatori sociali aspettando che la ripresa in Italia si faccia più robusta ed il mondo del lavoro torni lentamente ai periodi pre-crisi.
In particolare, secondo quanto riporta la CGIL, l’emendamento approvato in Commissione ha una natura temporanea, ed è valido per il biennio 2010-2011 aspettando che il Governo ed il Parlamento mettano a punto la tanto sospirata riforma degli ammortizzatori sociali che garantisca a tutti più tutele sociali nel momento in cui i lavoratori, con qualsiasi tipologia di contratto, perdono il proprio posto di lavoro.
Secondo Susanna Camusso, Segretaria Confederale della CGIL, l’emendamento approvato in Commissione ha fornito una prima risposta alle richieste del Sindacato, ma nello stesso tempo l’Esecutivo, facendo slittare la discussione ed il dibattito sulla crisi, previsto per oggi, fugge dall’affrontare il problema. L’esponente della Cgil, inoltre, auspica che il prolungamento della CIG ordinaria sia solo il primo passo verso un confronto finalizzato a definire strumenti più idonei a tutela dell’occupazione visto che gli effetti della crisi sul mondo del lavoro in Italia devono ancora manifestare i suoi effetti più duri.