Per quanto riguarda i fondi a copertura della cassa integrazione, in Toscana c’è attualmente un saldo negativo per 32 milioni di euro, che sale addirittura a ben 75 milioni di euro se si considerano le domande di cassa integrazione che sono in fase di approvazione. A dichiararlo giovedì scorso è stato Gianfranco Simoncini, assessore al lavoro della Regione Toscana, spiegando che al riguardo mercoledì scorso l’Amministrazione ha inoltrato una lettera a Pasquale Viespoli, sottosegretario al lavoro, con la quale si chiede al Governo con urgenza uno stanziamento per la cassa integrazione di cento milioni di euro al fine di far fronte alle richieste dei prossimi tre mesi e per coprire l’attuale saldo negativo. La Regione Toscana al riguardo fa presente come i fondi 2009 siano esauriti, ragion per cui si rischia l’interruzione delle erogazioni che andrebbero ad incidere negativamente sulle imprese e sui lavoratori.
Ci sono infatti attualmente oltre 42 milioni di euro corrispondenti a nuove istruttorie in itinere dopo che dal 2009 ad oggi nella Regione sono state autorizzate quasi 10.500 richieste di cassa integrazione a fronte di un costo superiore ai 142 milioni di euro; questi costi sono stati coperti solo in parte dai cento milioni di euro stanziati dal Governo, e da dieci milioni di euro aggiuntivi messi sul piatto dalla Toscana attingendo al Fondo Sociale Europeo.
Nella lettera inviata al sottosegretario Viespoli, in accordo con quanto rende noto la Regione Toscana, l’Amministrazione ha allegato un resoconto sulle richieste di cassa integrazione straordinaria in deroga, per la quale la Regione, al fine di far risparmiare tempo alle imprese sul territorio, ha predisposto un servizio online. Alla cassa integrazione straordinaria in deroga possono accedere le PMI in corrispondenza di determinati settori produttivi, e chiaramente rappresenta un paracadute per l’impresa contro la crisi, ma anche uno strumento di sostegno al reddito fondamentale per molti lavoratori e per le famiglie che devono mantenere tra mille difficoltà.