Malattie sul lavoro: aumentano i rischi col capo angosciante ed autoritario

 Come reagiscono i lavoratori dipendenti di fronte ad un capo che oltre che autoritario, è anche angosciante? Ebbene, occorre fare una netta distinzione tra lavoratrici donne e lavoratori uomini; a rivelarlo è uno studio a cura di un’università medica svedese nella città di Solna, il Karolinska Institutet, da cui è in particolare emerso come le donne nei confronti di un capo autoritario ed angosciante reagiscano meglio allo stress rispetto ai colleghi uomini; su questi ultimi, invece, in accordo con quanto riporta il canale “Salute” di Yahoo Italia, le vessazioni del capo posso mettere a rischio la salute con il possibile insorgere di problemi cardiaci.

Vita da freelance: come realizzare un ufficio in casa

Questo dossier è tratto dal settimanale Donna Moderna; riteniamo sia veramente molto utile a quanti decidono di lavorare da freelance da casa. Vediamo quindi come ricavare un ufficio tra le mura domestiche.

1) Le pareti. L’architetto Gabriella Duca consiglia tonalità chiare e suggerisce di evitare il bianco candido; sì invece a giallo e beige.

2) Le mensole. Rivestono in ruolo molto importante per avere tutto quello che occorre a portata di mano. L’architetto spiega che su quelle in basso andrebbero posizionati telefono e portapenne mentre in alto vanno posizionati i faldoni dei documenti. E la stampante? A qualche metro dalla scrivania.

3) Lo schermo. Va messo di fronte e non oltre i 70 cm di distanza. Gabriella Duca aggiunge anche che il monitor deve essere posizionato nella maniera giusta e spiega anche come fare:

ci si siede con la schiena diritta e si controlla che gli occhi siano alla stessa altezza del bordo superiore dello schermo

Volontariato e non profit: nasce Portale nazionale

 Su iniziativa del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, è nato il Portale nazionale che si occupa del mondo del volontariato e non profit, con l’obiettivo di dare visibilità al Terzo settore che nel nostro Paese svolge un ruolo di fondamentale importanza. Il Portale, visitabile cliccando qui, punta nello specifico a svolgere una vera e propria attività di servizio che spazia dalle notizie sul mondo del volontariato e delle organizzazioni non lucrative, alla conoscenza delle possibilità e delle opportunità di finanziamento, e passando per la promozione di progetti ed iniziative. Non mancano poi le sezioni riguardanti i bandi, il glossario, la normative e le Guide per l’orientamento; ad esempio, in quest’ultima apposita sezione ci sono in questo momento due guide: una dedicata alla Costituzione ed al Terzo Settore, e l’altra, dal titolo Fondare un’APS: tutte le regole civili e fiscali, fornisce tutte le informazioni utili per tutti coloro che vogliono creare una Associazione di Promozione Sociale.

Regno Unito: offerte lavoro per farmacisti

 Eures AFOL Milano propone offerte di lavoro come farmacisti nel Regno Unito, sia in farmacie private che in ospedali pubblici e privati.
Si offre un servizio completamente gratuito, comprensivo di numerose attività, fra le quali si possono annoverare l’assistenza nel processo di selezione, il supporto nel trasferimento nel Regno Unito e il supporto post-assunzione.
E’ previsto il pagamento dell’alloggio per le prime quattro settimane e del corso di formazione per farmacisti nel Regno Unito. Si offre altresì un concreto aiuto per ottenere l’iscrizione al RPSGB (Royal Pharmacutical Society of Great Britain), e si organizzano corsi mirati a migliorare velocemente il livello d’inglese.

Lavoro e carriere facili: quando il padre invita il figlio ad emigrare

 C’è spazio in Italia per un giovane, brillantemente laureato, rigorosamente nei termini, nel mondo del lavoro, e per un’occupazione in linea con i propri meriti scolastici e la propria bravura? Ebbene, sono sicuro che per molti di voi la risposta è negativa; probabilmente ne avete passate tante, spesso siete stati “scavalcati” dai meno bravi solo perché certe candidature erano “sponsorizzate“. In funzione di questi eventi, c’è rassegnazione, spesso rabbia, e molto spesso si perde anche quella determinazione necessaria per sfruttare le poche occasioni che capitano. La fotografia dell’Italia dalle carriere facili per alcuni, pochi eletti, e difficilissima per tutti gli altri, è ben impressa anche nella mente di Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss, il quale in una lettera al figlio, pubblicata su “Repubblica.it“, lo invita apertamente  a concludere gli studi ed a lasciare un’Italia che “non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio“.

Influenza suina e la continuità aziendale

 Per le aziende l’arrivo dell’influenza stagionale significa dipendenti ammalati e assenti e, di conseguenza, un forte impatto sulla produttività.

Il periodo influenzale del 2009/2010, tuttavia, non sarà come gli altri per via della diffusione pandemica del virus A-H1N1 o influenza suina.

Per ridurre al minimo l’impatto dell’influenza suina, i datori di lavoro, insieme ai dirigenti, devono garantire la continuità delle operazioni anche a fronte di un’esplosione di questo virus che non ha precedenti negli ultimi anni.

L’arrivo di un’influenza stagionale non è mai un bene per le aziende, ma l’influenza suina o H1N1 si differenzia dalle altre perché pone un problema particolarmente complesso. Rispetto ai soliti virus stagionali,che possono comportare rischi soprattutto per gli anziani e i bambini, questo può avere gravi conseguenze anche per la popolazione in età lavorativa.

Posta elettronica certificata, un obbligo per chi lavora

 Entro fine novembre tutti gli iscritti ad un ordine professionale sono obbligati a dotarsi di una casella postale certificata (PEC) per dialogare con la pubblica amministrazione. L’obbligo è valido anche per le nuove imprese. Ricordiamo che il messaggio di posta elettronica certificata ha il valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno.

È questa l’interpretazione della gran parte degli ordini e collegi professionali anche se da più parti si ritiene che l’obbligo vige solo per i professionisti, vale a dire per chi svolge la libera professione. Infatti, secondo il comma 7 dall’art. 16 della legge 2/2009 i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato devono comunicare ai rispettivi ordini o collegi il proprio indirizzo di posta elettronica certificata o analogo indirizzo di posta elettronica di cui al comma 6 entro un anno dalla data di entrata in vigore del decreto.

Lavoro in ufficio: il litigio allontana i problemi cardiaci

 Per chi la vita lavorativa la vive in ufficio, magari ogni giorno ben oltre le classiche otto ore più un’ora di pausa, tenersi la rabbia e lo stress dentro, senza sfogarsi, potrebbe essere fatale. A tale conclusione, in estrema sintesi, sono giunti in Svezia alcuni ricercatori che al riguardo hanno condotto uno studio le cui rilevazioni sono state effettuate nel triennio 2002-2005, e poi negli anni, al riguardo, sono scaturiti i risultati in base al profilo ricavato da un campione di 2.755 uomini aventi un’età media di poco superiore ai 40 anni. In pratica, dallo studio è emerso che chi si tiene la rabbia e lo stress dentro, evitando ogni litigio o polemica, ha più probabilità di essere vittima di un infarto.

Postazione di lavoro: attenzione alla sedia ergonomica

 La postura sul luogo di lavoro è importantissima per evitare di avere poi disturbi articolari, dolori di ogni tipo ed un senso di stanchezza permanente; a tutto ciò si può ovviare lavorando seduti su una sedia ergonomica, ma non basta se questa non viene adattata alla postazione di lavoro. A metterlo in risalto è Roberta Villa sul Corriere.it, la quale ha sottolineato come in merito esistano delle figure professionali specializzate al riguardo, i cosiddetti ergonomi, che sono in grado di “settare” la sedia ergonomica con un’altezza ed un’inclinazione personalizzata sia in base a chi si siede, sia in base alle caratteristiche degli arredi ed in particolar modo della scrivania. In altre parole, una sedia qualsiasi ed una ergonomica pari sono se quest’ultima non viene poi adattata alle caratteristiche di chi la utilizza.

Bip Virtual Fair: il lavoro si trova su Internet

 Si terrà mercoledì 18 e giovedì 19 novembre 2009, solo ed esclusivamente su Internet, “Bip Virtual Fair“, un immancabile “career day on line” per la cui partecipazione occorre registrarsi, e bisogna farlo subito, cliccando qui, compilando tutti i campi del form di iscrizione, molto attentamente, ed allegando altresì il proprio currriculum vitae, ben dettagliato. Una volta registrati, nei giorni 18 e 19 novembre 2009, dalle ore 10 alle ore 18, si potranno visitare direttamente online gli stand ed i padiglioni delle aziende e delle università partecipanti all’evento su Internet. In particolare, la giornata del 18 novembre è “dedicata” esclusivamente ai laureati ed ai laureandi delle facoltà economico-umanistiche, mentre il giorno dopo l’appuntamento è riservato ai laureati ed ai laureandi delle facoltà tecnico-scientifiche.

Ricerca lavoro: più facile con il curriculum online

 Quando ci si mette alla ricerca di un lavoro, uno dei primi passi, fondamentali, è quello relativo alla stesura del curriculum vitae, ma anche quello di diffonderlo e condividerlo con quante più persone possibili. D’altronde è il curriculum la prima fonte che il nostro potenziale datore di lavoro analizza, e per questo deve non solo attirare l’attenzione, ma deve anche essere nel giusto formato, deve essere esauriente ma anche non troppo lungo per evitare di essere troppo dispersivi. Se in passato era necessario compilare il curriculum in word, stamparlo in venti copie, ed inviarlo a mezzo posta con tanto di spese per i francobolli, adesso Internet offre strumenti sempre più avanzati sia per redigere il proprio curriculum vitae, aggiornandolo con la massima semplicità, sia per diffonderlo in rete attraverso la “potenza” offerta dai social network.

Occupazione e famiglia: lavorare come “mamma in prestito”

 Nei momenti di difficoltà l’unione fa la forza, ed ora come non mai, ai tempi della crisi, c’è bisogno non solo all’interno della famiglia, ma anche tra le persone che ci circondano, grande coesione, spirito di solidarietà, disponibilità e spesso anche grande “inventiva“. Rispetto al passato, di fronte alle difficoltà, non è più solo il padre a portare i soldi a casa, mentre la madre di occupa della famiglia. Oramai è necessario sempre di più che in famiglia entrino due stipendi, e quindi per la madre/moglie è sempre più difficile conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Ma per ogni cosa c’è quasi sempre una soluzione, e non a caso nel nostro Paese si sta diffondendo una nuova “professione“, quella della “mamma in prestito”, ovverosia una madre che, avendo già dei figli, si occupa anche di quelli di un’altra madre che lavora.

Lavorare nel non profit

 Quello del “non profit” in Italia è un settore molto importante, visto che molto spesso porta avanti, sviluppa e promuove sul territorio delle attività complementari e a volte sostitutive di quelle che offre e può offrire lo Stato. Aiutare coloro che non hanno un tetto, chi non ha da mangiare, o le persone emarginate, e promuovere progetti di solidarietà su scala nazionale ed internazionale, sono solo alcuni degli obiettivi che il mondo del “non profit” si propone, e che tra l’altro il nostro ordinamento agevola a livello fiscale con delle esenzioni e dei vantaggi rispetto a quelle realtà imprenditoriali che, invece, operano a scopo di lucro.

Lavorare nel “non profit” è molto spesso più una vocazione che un obiettivo per guadagnarsi lo stipendio; le Onlus, le cooperative sociali e le organizzazioni del volontariato riescono infatti a sostenersi, spesso a mala pena, sia attraverso delle erogazioni liberali, sia attraverso il cinque per mille dell’Irpef.

Lavoro: pausa pranzo, col buono pasto si rimane a dieta

 Sul posto di lavoro è importante fare il proprio dovere, ma è altrettanto importante sfruttare la pausa pranzo per riposarsi, rilassarsi, ricaricare le pile ed assumere alimenti che non ci appesantiscano troppo ma che ci permettano di ripartire di slancio. Purtroppo, se per fare ciò facciamo affidamento sui buoni pasto, allora il rischio è quello di rimanere praticamente a dieta. Il valore del buono pasto nel nostro Paese è infatti rimasto ancorato sui 5,29 euro, le “vecchie” diecimila lire, da ben dodici anni, con la conseguenza che con un ticket si arriva a conti fatti solo a fare colazione, e di certo non un pranzo. Da tempo l’Associazione Adoc chiede che il valore del buono pasto venga innalzato e riportato sui valori assegnati in Europa; ad esempio, in Spagna un buono pasto presenta un valore defiscalizzato di nove euro, ed in questo caso un pasto completo ci può anche uscire.