Busta paga gay e lesbiche più pesante per i lavoratori Usa di Google

 Un aumento di stipendio per compensare le discriminazioni a carico di gay e lesbiche che negli States non possono avvantaggiarsi dell’esenzione fiscale sull’assicurazione sanitaria a favore dei partner dei lavoratori dipendenti. Per questo motivo i gay e le lesbiche che lavorano in America per Google avranno la busta paga più pesante nell’ambito di politiche per il lavoro che vedono la società dell’omonimo motore di ricerca da tempo impegnata nella difesa dei diritti degli omosessuali. D’altronde i fondatori del colosso dei servizi Internet e della pubblicità online, Larry Page e Sergey Brin, già da qualche anno si sono schierati apertamente a favore dei pari diritti tra eterosessuali ed omosessuali, ritenendo che non debba essere posta alcuna barriera nella possibilità di poter sposare la persona che si ama, anche quando questa è dello stesso sesso. A Mountain View, quindi, hanno a cuore il fatto che essere una coppia omosessuale dal fronte dei benefici e delle agevolazioni fiscali, ma anche per l’accesso ai servizi, a partire dalla sanità, non permette di godere degli stessi diritti e degli stessi “privilegi” di una coppia eterosessuale sposata.

Conciliazione lavoro e famiglia: voucher per le donne in Provincia di Ancona

 Grazie alle risorse del fondo sociale europeo, in Provincia di Ancona sono pronti degli stanziamenti pari a quasi 350 mila euro per permettere alle donne di conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro. A darne notizia è l’Amministrazione provinciale nel precisare come i termini di presentazione della domanda scadano il prossimo 20 settembre 2010, e come per l’accesso alla misura serva, tra l’altro, il rispetto di opportuni requisiti di reddito. Nel dettaglio, le donne possono ottenere i voucher a fronte delle spese sostenute per l’assistenza agli anziani, ai figli ed ai disabili in ragione del reddito dichiarato ai fini dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee). Con un Isee sotto i 15 mila euro alla donna può spettare un voucher fino ad un importo di duemila euro a fronte della presentazione delle ricevute di spesa sostenuta per l’assistenza ai disabili, bambini o anziani; questo significa che occorrerà presentare le ricevute di spesa per la babysitter, il centro estivo, l’asilo nido, il doposcuola o, nel caso di anziani e disabili, quelle per le case di riposo, la badante, il centro riabilitativo o la casa di cura.

Lavoro femminile: Milano, nasce lo sportello Donne@work

 Si chiama Donne@work, ed è un nuovo sportello inaugurato venerdì scorso a Milano per facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro a favore delle donne nell’ambito dell’ICT. A darne notizia è stata la Camera di Commercio di Milano che ha collaborato alla nascita del nuovo sportello insieme al Comune di Milano, ed in particolare all’Assessorato alla Famiglia, alla Scuola ed alle Politiche Sociali del capoluogo lombardo, Assintel, Associazione Primadonna e Manageritalia. Donne@work è il nuovo sportello che punta ad incentivare l’occupazione femminile offrendo alle imprese professionalità e competenze informatiche che risultano essere a misura d’azienda. Secondo quanto dichiarato dal consigliere della Camera di commercio di Milano, Giorgio Rapari, al giorno d’oggi, nell’ambito delle professionalità per l’ICT, la donna sta conquistando sempre più spazi e ruoli nell’imprenditoria rispetto al passato quando il comparto sembrava, anzi era appannaggio solo dei lavoratori uomini. Ma qual è lo sviluppo e l’espansione del lavoro femminile a Milano e Provincia?

Provincia di Treviso: 700 mila euro per favorire l’occupazione

 Al fine di favorire l’occupazione e, quindi, contrastare la crisi economica, il 29 giugno scorso in Provincia di Treviso è stato siglato un importante accordo tra l’Amministrazione provinciale ed i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Trattasi, nello specifico, di un documento che, a fronte di uno stanziamento pari a ben 700 mila euro, punta a finanziare strumenti e soluzioni per favorire l’occupazione, l’inserimento ed il reinserimento lavorativo, ma anche piani d’azione specifici per i giovani, i trasporti pubblici locali, il territorio, l’ambiente e la casa. Il progetto, condiviso con i Sindacati, ha una durata pari a due anni e vedrà tra l’altro la Provincia di Treviso impegnata a permettere il coinvolgimento sul territorio degli Enti locali, della Camera di Commercio di Treviso, ma anche della Regione Veneto. Lo stanziamento di 700 mila euro segue quello da 500 mila euro messo sul piatto l’anno scorso per fronteggiare l’emergenza occupazionale.

Lavorare nei campi: opportunità estiva per centomila giovani

 I giovani di età compresa tra i 18 ed i 27 anni, in concomitanza con la fine della scuola e delle lezioni all’università, possono decidere se godersi pienamente tutte le settimane di vacanza, oppure sfruttare in tutto o in parte il tempo libero per integrare con il lavoro stagionale il proprio reddito. Sono infatti ben 100 mila i posti di lavoro stagionale pronti per i giovani in agricoltura visto che proprio quando finisce la scuola iniziano nei campo le raccolte di frutta e verdura e poi a seguire anche la vendemmia. A metterlo in risalto è la Coldiretti, l’Organizzazione degli agricoltori che è la prima in Italia a livello datoriale per numero di aziende agricole che assumono di questi tempi manodopera stagionale. E così gli studenti in vacanza, ma anche i lavoratori disoccupati che in questo momento hanno difficoltà a reinserirsi nello stesso ambito lavorativo, possono portare a casa la paga raccogliendo le pesche, le ciliegie e le albicocche, ed a settembre partecipando attivamente alla vendemmia.

Maternità e precariato: lavoro ad ostacoli per le donne

 In Italia si fanno sempre meno figli per tante ragioni. La vita è sempre più cara, ma non sempre per la famiglia è una questione meramente economica. Fare un figlio per una donna può significare anche rinunciare al lavoro ed alla carriera sebbene nel nostro Paese le Leggi in materia di maternità parlino chiaro. Si fa un tanto parlare di flessibilità del mondo del lavoro, ma quando per una donna sorge la necessità di conciliare il lavoro con la famiglia la flessibilità, a partire dagli orari di lavoro, spesso viene applicata solo sulla carta. Sul tema ha fatto letteralmente il giro del Web di recente una lettera di Rosalinda Gianguzzi, madre ed insegnante precaria alla quale non sono piaciute le dichiarazioni del Ministro Gelmini riguardo all’astensione obbligatoria dal lavoro dopo il parto che è stata definita come una sorta di privilegio. La lettera di Rosalinda Gianguzzi al Ministro Gelmini rappresenta un vero e proprio grido di protesta contro le politiche adottate dall’Esecutivo su famiglia, lavoro ed istruzione che, secondo la mamma precaria, “stanno contribuendo a minare il futuro di un’intera generazione“.

Lavoro precario: giovani stufi tra co.co.pro. e tempo determinato

 Nel nostro Paese i giovani sono oramai stanchi di lavorare con contratti a tempo determinato, visto che le imprese, nonostante le capacità del lavoratore, puntano sempre di più sul contenimento dei costi occupazionali. Con la conseguenza che a scadenza di contratto stringono la mano al lavoratore che si ritrova a fare una gavetta, questa sì, a tempo indeterminato! L’insoddisfazione dei giovani emerge anche dalle pagine di “Gazzetta Del Lavoro” su Facebook visto che si fa tanto per attirare l’attenzione delle imprese con curriculum ricchi di esperienze lavorative e con una carriera universitaria brillante cui spesso si aggiunge anche un master. Ma ci sono anche tanti giovani che hanno compreso come lo scenario rispetto agli anni ’80, quelli dei posti fissi in banca, sia drasticamente cambiato a loro sfavore, ragion per cui da un lato non si smette di cercare il lavoro per cui magari ci si è diplomati/laureati, ma dall’altro si accettano anche lavori che non piacciono perché, scrivono i nostri lettori su Facebookla vita è fatta così“.

Conciliazione lavoro e famiglia: contributi per le donne in Friuli Venezia Giulia

 In Friuli Venezia Giulia l’Amministrazione regionale ha pubblicato un avviso finalizzato alla concessione di contributi con l’obiettivo di rendere l’azienda in cui lavorano i dipendentifamily friendly“, ovverosia tale che possa essere agevolata la conciliazione tra i tempi di occupazione ed i tempi di vita legati alla cura della famiglia. Grazie ad una dote pari a ben 350 mila euro, le imprese private entro il prossimo 19 luglio 2010 possono così presentare la domanda per accedere ai contributi con la finalità di avviare e favorire i processi di riorganizzazione del lavoro. Il tutto a patto che l’azienda richiedente abbia o la sede principale, o almeno una unità locale, sul territorio della Regione Friuli Venezia Giulia. I 350 mila euro complessivi di contributi provengono da un finanziamento che vede scendere in campo sia la Regione con delle risorse, sia il Fondo Sociale Europeo.

Precisazioni del ministro Sacconi sull’età pensionabile

Il ministro Sacconi si è affrettato a chiarire e ha smentito ogni tentativo di alzare gli anni di contribuzione per chi può vantare almeno 40 anni di contributi.

Il tutto è partito dalla relazione della Ragioneria di Stato che accompagna un emendamento proposto dal relatore Azzollini in commissione bilancio del Senato sull’ultima manovra finanziaria; in sostanza, la Ragioneria ha ribadito che non saranno più sufficienti 40 anni di contributi per essere collocati a riposo ma si dovrà adeguare questo limite, dal 2016, in base all’aspettativa di vita.

Di rimando non si sono fatte aspettare le osservazioni del sindacato che, per voce di Bonanni – segretario generale della CISL – ha osservato che non è possibile chiedere un ulteriore sacrificio per chi ha già quarant’ anni di contributi.

Lavoro dipendente in lieve crescita nella Regione Lombardia

 Lo scorso anno, a causa della crisi finanziaria ed economia, anche nella Regione Lombardia c’è stata una perdita di posti di lavoro, pari a ben 47 mila unità, ma a fronte di un incremento dello 0,2% del lavoro dipendente che, quindi, ha fatto registrare una buona tenuta. E’ questo, in particolare, uno dei dati positivi emersi da “Milano Produttiva”, il consueto Rapporto annuale della Camera di Commercio di Milano che ha fatto il punto sull’andamento dell’economia lombarda nel 2009. Le perdite più ampie, in termini di posti di lavoro, ci sono state lo scorso anno in Lombardia tra i collaboratori con una caduta del 20%, mentre per i lavoratori indipendenti la discesa è stata circoscritta al 4%. Il tutto a fronte di un tasso di disoccupazione che dal 2008 al 2009 in Lombardia è salito di 1,8 punti percentuali attestandosi al 5,7% ma comunque ben al di sotto del tasso di disoccupazione nazionale.

Lavoro Umbria: Bando per reinserimento co.co.pro.

 E’ stato pubblicato oggi, mercoledì 30 giugno 2010, sul Supplemento Ordinario numero 29 al Bollettino Ufficiale della Regione Umbria, un importante Bando la cui finalità è quella di reinserire nel mondo del lavoro i collaboratori a progetto che, residenti sul territorio regionale, si trovano ad essere disoccupati o espulsi da aziende che versano in uno stato di crisi. A darne notizia è l’Amministrazione regionale nel precisare che le linee guida del Bando sono state approvate dalla Giunta della Regione Umbria a seguito di una proposta formulata da Gianluca Rossi, Assessore regionale all’economia ed alle politiche attive del lavoro. Grazie al Bando, le imprese che assumono un co.co.pro. potranno beneficiare di un contributo pari a ben 7.500 euro a patto di assumere il lavoratore con un contratto a tempo indeterminato e che tale status occupazionale venga mantenuto per un periodo pari ad almeno tre anni.

Cassa integrazione in deroga: forti richieste in Piemonte

 Nella Regione Piemonte le richieste di cassa integrazione in deroga sono in forte aumento, ma per fortuna, a valere su tutto il 2010, ci sono fondi per la copertura che dovrebbero essere sufficienti per i prossimi mesi. A dichiararlo è stato Roberto Rosso, vicepresidente ed assessore al Lavoro della Regione, dopo che il Ministro Sacconi ha firmato il Decreto che assegna al Piemonte altri 80 milioni di euro per la cassa integrazione in deroga che, lo ricordiamo, scatta nel momento in cui le imprese esauriscono il ricorso agli ammortizzatori sociali con la cassa integrazione ordinaria senza riuscire a tirarsi fuori dallo stato di crisi aziendale. Inoltre, l’Assessore Rosso ha dichiarato che a valere sul 2009 per il Piemonte, in accordo con i dati forniti dall’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), ci sono ancora 110 milioni di euro, ragion per cui le risorse complessive per la copertura della cassa integrazione in deroga sul territorio regionale ammontano a 190 milioni di euro.

Lavoro Sardegna: quadro occupazionale in lieve miglioramento

 Nella Regione Sardegna il tasso di disoccupazione continua a mantenersi su livelli molto elevati, ma segnali incoraggianti arrivano nel passaggio dall’ultimo trimestre dello scorso anno al primo trimestre del 2010. Se infatti nel periodo ottobre – dicembre 2009 il saldo occupazionale sul territorio sardo segnava un rosso di 28.040 unità, nel primo quarto del 2010 il saldo tra chi ha trovato lavoro, e chi l’ha perso, è stato invece positivo per poco più di 19 mila unità. E’ questo il dato positivo ed incoraggiante che emerge da “Congiuntura Lavoro Sardegna“, un Rapporto a cura dell’Agenzia regionale per il Lavoro pubblicato dopo il rilascio degli ultimi dati sull’occupazione a cura dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). Come accennato, il tasso di disoccupazione, al 16,1%, in Sardegna rimane non solo molto elevato, ma anche sui massimi in rapporto allo scenario nazionale a conferma di come sul territorio la recessione internazionale e la crisi del settore produttivo abbia lasciato il segno.

Lavoro autonomo: ecco quanto guadagnano i professionisti

 Come se la passano ai tempi della crisi i contribuenti con partita Iva, ed in particolare quelli soggetti agli studi di settore? Ebbene, al riguardo il dipartimento delle Finanze ha pubblicato online sul proprio sito Internet i dati relativi al periodo di imposta 2008, ovverosia quelli presentati da lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e liberi professionisti lo scorso anno. Come al solito i dati, essendo frutto di una media dei redditi dichiarati, possono far storcere il naso a chi le tasse le paga alla fonte, ovverosia ai lavoratori dipendenti che pagano le tasse per quel che guadagnano e non in base a quanto si dichiara. Ecco allora come un antiquario dichiari in media poco più di 10 mila euro, mentre un parrucchiere in media non supera i 12 mila euro. Con 14.500 euro, i tassisti guadagnano in media 1200 euro al mese, ovverosia 40 euro al giorno che corrispondono, tanto per fissare le idee, a poco meno del costo per una corsa in taxi da Roma all’aeroporto di Fiumicino.