Lavoratori over 40 e soggetti deboli: bando nella Provincia di Roma

 Con la crisi chi ha un basso livello di istruzione, o si avvicina o supera i 40 anni, in questi ultimi due anni molto spesso, dopo aver perso il posto di lavoro, è rimasto tagliato fuori con conseguenze drammatiche specie in assenza di un adeguato accesso agli strumenti di sostegno al reddito come la cassa integrazione o l’indennità di disoccupazione. Gli ultraquarantenni, ed in generale i “soggetti deboli” che fanno fatica ad accedere o a reinserirsi nel mondo del lavoro, sono molto spesso persone “abbandonate” dalle istituzioni, e non hanno altrettanto spesso neanche l’opportunità di migliorare la propria formazione perché nessuno gliela offre se non pagando somme che il lavoratore “emarginato” non si può permettere.

Donna che lavora = figlio unico

Abbiamo già parlato delle difficoltà che molte donne incontrano nel riuscire a conciliare il lavoro e la carriera e di come spesso si debba scegliere. Torno a farlo dopo aver letto un articolo contenuto all’interno della sezione Donna di Tiscali.it in cui vengono riportati i dati di un’indagine Istat che fa vedere come

i percorsi lavorativi femminili osservati in un arco temporale limitato a 10 anni dal primo impiego fanno emergere che il numero di figli avuti condiziona fortemente la capacità di gestire la famiglia e mantenere il proprio lavoro

Giovani e lavoro: come e perché si decide di andare via di casa

 Molto spesso i componenti del nucleo familiare, ed in particolare i figli, decidono di andare via da casa per lavoro, ma non è questo l’unico “stimolo” che influisce sul bisogno, più o meno “forzato”, di autonomia. Al riguardo, l’Istat, Istituto Nazionale di Statistica, ha condotto un’indagine, da cui è infatti emerso che nel 2007 il 43,5% dei giovani occupati non ha lasciato la casa dei genitori per motivi di lavoro, ma semplicemente per il fatto di sposarsi. Ma anche senza il vincolo di matrimonio il 15,1% dei giovani occupati ha lasciato la casa d’origine per instaurare una convivenza con il proprio partner, con una percentuale che balza al 19,2% per i giovani con un’età inferiore ai 30 anni. Il bisogno di autonomia, indipendentemente dal motivo per cui ciò accade, è più elevato negli uomini in ragione del 34,5%, mentre la percentuale è meno della metà per le donne con un “modesto” 15%. Interessante è anche il dato sulle motivazioni che spingono le donne al bisogno di autonomia; in sei casi su dieci, infatti, il motivo non è lavorativo, ma quello legato al fatto di convolare a nozze con il proprio partner.

Redditi e lavoro: in Sardegna molti vivono nella povertà assoluta

 In Sardegna in fatto di occupazione e redditi c’è una situazione, inaspritasi con la crisi, che appare quanto mai scandalosa; Mario Medde, segretario generale della Cisl Sardegna, ha infatti messo in evidenza come in Sardegna ci siano la bellezza di 350 mila persone il cui reddito mensile non supera i 900 euro, ovverosia non sufficiente di questi tempi per poter andare avanti e sbarcare il lunario dignitosamente. Davanti a questa situazione drammatica, l’esponente del Sindacato ritiene innanzitutto necessario il rafforzamento degli ammortizzatori sociali; questo perché, tra l’altro, nelle Regione Sardegna c’è un esercito di disoccupati, ben 212 mila dei quali solo una minima parte fruisce dell’indennità di disoccupazione, e tanti altri sono scoraggiati al punto che non cercano più lavoro.

Finanziaria 2010: vediamo le novità introdotte

 Dopo alterne vicende ora la finanziaria 2010 è finalmente legge. Il Senato, in particolare la commissione Bilancio, ha approvato, senza bisogno di utilizzare l’istituto della fiducia, l’ultima versione della legge finanziaria congedata dalla Camera.

La nuova legge finanziaria entrerà in vigore dal 1° gennaio 2010.

Rispetto alle premesse iniziali la legge finanziaria ha subito diverse modifiche. Sono stati inseriti alcuni punti interessanti tra cui la banca del Sud e l’uso del Tfr non utilizzato, pari a circa 3 miliardi di euro, che l’Inps dovrà consegnare allo stato.

La nuova finanziaria prevede che dall’anno prossimo il fondo utilizzato del Tfr che non è impiegato nella previdenza integrativa o complementare dovrà essere versato nel bilancio dello stato. In questo modo la pubblica amministrazione potrà utilizzare il fondo per propri scopi.

Donne colpite di più dalla crisi economica

Torniamo a parlare della differenza tra uomo e donna nel mondo del lavoro. Secondo quanto emerso dal Rapporto annuale sull’uguaglianza tra i sessi della Commissione Ue è allarme occupazione in UE per le donne; l’effetto della recessione ha infatti causato un allargamento della forbice tra uomini e donne sul mercato del lavoro dei 27 Stati che fanno parte della Ue.

Nel rapporto si evidenzia come

tra il 1998 e il 2008 sono stati compiuti considerevoli progressi sul fronte dell’occupazione femminile

aumentata del 7,1%, arrivando fino al 59,1%. Purtroppo però questo trend positivo è stato interrrotto dalla crisi

col tasso di disoccupazione femminile balzato dal 7,4% del maggio 2008 al 9% del settembre 2009

Contratto pubblico impiego: tanti i lavoratori precari da stabilizzare

 Prima del Natale un folta delegazione del Sindacato della Cgil ha incontrato Renato Brunetta, Ministro della Pubblica Amministrazione, in merito al rinnovo dei contratti di lavoro nel pubblico impiego. Al riguardo, la Finanziaria 2010 non aiuta visto che, come sottolineato dal Segretario Generale, Guglielmo Epifani, del rinnovo dei contratti se ne parla ma a conti fatti manca la cosa più importante, ovverosia i soldi. Il Sindacato da un lato sottolinea come in una fase congiunturale difficile come quella attuale ci siano tanti precari da sistemare, ma come nello stesso tempo per i rinnovi contrattuali il Governo stia solo programmando un calendario di adempimenti senza mettere le risorse, ragion per cui la strada appare tutta in salita. Di conseguenza, il Segretario Epifani non vede come la situazione al riguardo si possa sloccare visto che manca proprio da parte del Governo al riguardo un impegno fondamentale, rappresentato dall’atto finalizzato a disporre lo stanziamento per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

Lavoratori Termini Imerese: Ugl, “no alla chiusura”

 Il Sindacato Ugl nei giorni scorsi ha ribadito la propria contrarietà alla chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, per il semplice fatto che il ridimensionamento o la chiusura di impianti al Sud significa in pratica avviare un processo di desertificazione di intere comunità locali. Questa è, in sintesi, la posizione di Renata Polverini, segretario generale dell’Ugl, in merito al piano di Fiat che, a fronte di un incremento della produzione di nuove auto ha deciso che Termini Imerese è uno stabilimento da chiudere. L’Ugl, pur tuttavia, ritiene che il piano industriale di Fiat sia insoddisfacente, e come debbano essere tutelati tutti gli stabilimenti del Sud specie se si considera che, in ogni caso, Fiat ha beneficiato di incentivi sotto forma di credito di imposta. Giovanni Centrella, segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, ha tra l’altro messo in evidenza come allo scenario di chiusura per lo stabilimento di Termini Imerese si aggiungano sia le incertezze sul futuro di Pomigliano d’Arco, sia la scarsa attenzione nei confronti dell’indotto.

Per i cassaintegrati tredicesima più bassa

A Natale siamo tutti più buoni? Temo proprio di no. Infatti, secondo quanto contenuto all’interno del sito CGIL i cassaintegrati per quanto riguarda la tredicesima arriveranno a perdere fino a euro 312 netti; non è di certo finita così. Ci saranno persone che la tredicesima proprio non la riceveranno: sto parlando di chi è in cassa integrazione a zero ore da 52 settimane.

Vediamo ancora più dettagliatamente cosa accadrà. I tessili che hanno lavorato con orario ridotto mediamente del 50% perderanno circa 306 euro; gli operai del Nord che si troveranno con 173 euro in meno. Tredicesima pari a zero invece per chi ha perso il lavoro, per le partite Iva e i collaboratori, che con la crisi hanno già pagato un prezzo elevato.

Provincia di Bolzano: sette lavoratori su dieci occupati nel terziario

 In Provincia di Bolzano quasi sette lavoratori su dieci, per l’esattezza il 67,9%, sono occupati nel settore del terziario; è questo uno dei dati resi noti dall’Astat, Istituto provinciale di statistica nel bollettino numero 46 del 23.12.2009 relativamente all’andamento dell’occupazione nel 3° trimestre 2009. I dati rilasciati dall’Astat, in particolare sul livello di disoccupazione, fanno invidia non solo alle Regioni del Sud, ma all’intero dato sui senza lavoro in Italia. L’Istituto provinciale, infatti, ha rilevato che anche nel terzo trimestre di quest’anno il tasso di disoccupazione è rimasto basso; per tasso di disoccupazione deve intendersi il rapporto tra quelle persone che cercano lavoro ed il totale delle forze lavorative. Ebbene, nel terzo quarto di quest’anno il valore medio si è attestato al 2,4%, con una percentuale di disoccupazione sopra la media per le donne, con un 3%, e sotto la media per gli uomini con il 2%.

Lavoratori Fiat Termini Imerese: futuro incerto anche per l’indotto

 Allo stabilimento Fiat di Termini Imerese restano al massimo poco più ventiquattro mesi di vita; il piano della casa automobilistica del Lingotto, infatti, è quello di chiudere lo stabilimento siciliano entro il 2011, e questo a fronte, invece, di investimenti massicci, pari ben otto miliardi di euro, annunciati dalla società automobilistica torinese per i prossimi due anni. Ma quale sarà, a questo punto, la fine che faranno i lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese? La decisione della Fiat appare infatti inappellabile, ma nello stesso tempo l’azienda piemontese si è mostrata disposta a discutere sulla riconversione dello stabilimento al fine di salvaguardare i livelli occupazionali. La società torinese, e non è una novità, da tempo vedeva nello stabilimento di Termini Imerese uno dei siti da chiudere in virtù di difficoltà strutturali e di costi eccessivi, al punto che la società al riguardo ha messo in evidenza come, tirando le somme, l’impianto lavori in perdita.

La classifica dei lavori più salutari

Solitamente quando si avvicina la fine dell’anno si è soliti leggere le classifiche più disparate ed anche noi vogliamo proporne una grazie ad un articolo reperito all’interno di La Stampa e che ha riportato i risultati di un sondaggio effettuato della compagnia assicuratrice sanitaria londinese Medicash e condotto su ben 3000 lavoratori.

Il sondaggio ha permesso di stilare una classifica relativa ai mestieri più insalubri e quelli invece ritenuti più salutari.I risultati hanno sorpreso un po’ tutti ad iniziare proprio da chi ha commissionato il sondaggio; pensate infatti che in cima alla classifica dei lavori più insalubri troviamo i cuochi!

Dopo il salto potete leggere la classifica.

Lavoro stabile e non precario: lo trovi in banca

 Per le banche, negli ultimi due anni, nonostante la crisi economica e finanziaria, non è emersa alcuna “questione precariato”; ad affermarlo è l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, la quale nel consueto Rapporto annuale sul tema ha messo in evidenza come alla fine del 2008 nel sistema bancario ci fossero oltre 343.000 dipendenti, e di questi ben il 95,4% con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Non a caso, quello bancario resta uno dei comparti più ambiti per trovare lavoro, specie da parte dei giovani, ma in ogni caso “entrare in banca” non è di certo diventato più facile rispetto agli anni scorsi, e la diffusione della tecnologia e dell’home banking non impone oramai alle banche l’adozione di massicci piani di reclutamento. Dal Rapporto ABI 2009, inoltre, emergono altri due dati interessanti: il primo è quello relativo al curriculum dei dipendenti bancari, con il 32% di questi che, in base ai dati di fine 2008, risultava essere laureato; il secondo dato interessante è quello relativo al divario tra dipendenti bancari uomini e dipendenti bancari donna.

Grosseto ad un concorso per funzionario sono stati tutti bocciati

Quello che è accaduto ad Orbetello in provincia di Grosseto mette in discussione quanto si pensa dei concorsi che avvengono nel nostro paese e cioè che molto spesso siano truccati e che già prima della prova scritta si conoscano i vincitori. Ebbene, in questa circostanza tutti i partecipanti al concorso riservato a laureati in Giurisprudenza per un posto di funzionario di settimo livello all’Ufficio Appalti sono stati bocciati. E non si tratta affatto di una burla.
E le parole di Angelo Ruggiero, segretario generale del Comune fanno capire l’imbarazzo generale:

purtroppo errori e inesattezze erano così evidenti che non è stato possibile ammettere nessun candidato. Siamo stati sorpresi non solo dall’impreparazione dei candidati su alcuni argomenti, che comunque erano indispensabili per poter ottenere l’idoneità alla prova orale, ma dagli errori di ortografia e sintassi, cose che si dovrebbero imparare alle elementari e invece, dopo una laurea, non sono state ancora assimilate