Agevolazioni fiscali, i diritti dei lavoratori trasfertisti

 Innanzitutto chiariamo cos’è la trasferta. Trasferta è una parola che definisce contemporaneamente il trasferimento e il soggiorno fuori sede per motivi di lavoro e l’indennità di trasferta, ovvero il rimborso che si ottiene per le spese di viaggio e di soggiorno fuori sede.

La trasferta del lavoratore è frequente in alcuni settori produttivi. Molte aziende, in particolare le imprese edili, mandano i propri dipendenti in trasferta fuori del territorio comunale in cui l’azienda ha la sede operativa. In questo caso, generalmente, il lavoratore ha diritto a dei rimborsi spese e ad una indennità di trasferta.

Nuovi orari sportelli INPS

 Nonostante il processo di dematerializzazione delle pratiche, le code agli uffici INPS non sono calate, anzi. Per tale motivo, l’Istituto, entro il prossimo 1 settembre, modificherà l’orario di apertura al pubblico degli sportelli, passando alle 28 ore minime settimanali, di cui 20 in apertura antimeridiana – dal lunedì al venerdì – e 8 pomeridiana. Una decisione giunta al termine del processo evolutivo dell’assetto organizzativo 2011, comunicata con la circolare 66/2012.

Anche nel nuovo assetto organizzativo, rende noto l’Inps, rimarrà centrale il ruolo delle agenzie nella gestione della relazione con gli utenti, con attribuzione dell’esclusiva responsabilità, a tali strutture, del presidio del front office fisico. Tuttavia, precisa l’Istituto, gli interventi di ristrutturazione non sarebbero sufficienti senza adeguamenti delle fasce orarie di apertura al pubblico, a dare soluzione definitiva alle criticità evidenziate nelle ultime indagini di customer satisfaction.

Misura e calcolo dell’indennità di maternità per lavoratrici a progetto, ma non solo

 Abbiamo già precisato che il diritto all’indennità di maternità spetta anche alle lavoratrici a progetto. L’indennità di maternità viene calcolata in misura pari all’80% di 1/365 del reddito medio annuo che deriva da attività di collaborazione coordinata e continuativa o libero professionale, nel periodo di riferimento. L’indennità viene inoltre calcolata per ciascuna giornata del periodo indennizzabile, comprese le festività.

Se la lavoratrice ha un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, oppure è una lavoratrice a progetto o è compresa in categorie assimilate, il calcolo di riferimento è il reddito medio annuo, effettivamente percepito, dei 12 mesi che precedono i due mesi la data presunta del parto, quando cioè inizia l’astensione obbligatoria. Precisiamo che il reddito medio risulta dai versamenti contributivi del lavoratore interessato, sulla base della dichiarazione del committente.

Globe 2012 – Padova, 18 maggio

 E’ fissato per il 18 maggio l’appuntamento con il Globe 2012, la giornata di orientamento alle carriere internazionali, che si terrà a Padova venerdì prossimo. Una giornata utile per poter conoscere quali siano le attività e le possibilità di chi sceglie di intraprendere una carriera internazionale, e chi desidera poterne sapere di più sulle ambizioni di un lavoro all’interno di un’organizzazione non governativa, e tanto altro ancora.

L’evento sarà organizzato dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) in collaborazione con l’Università di Padova, per il 19mo anno. I partecipanti potranno liberamente incontrare alti rappresentanti del ministero degli Affari Esteri, funzionari delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e di organizzazioni non governative italiane.

Apprendistato professionalizzante in Sardegna

 La Sardegna si è aggiudicata il record di velocità in merito all’apprendistato professionalizzante. Il 3 maggio, infatti, l’assessore al lavoro della Regione Sardegna, i rappresentanti delle parti sindacali e datoriali, hanno sottoscritto un accordo che regolamenterà l’apprendistato professionalizzante, o contratto di mestiere.

Come noto, l’intesa punta principalmente a disciplinare le modalità per il riconoscimento della qualifica di “mestiere”, l’offerta formativa pubblica e gli standard formativi di certificazione della formazione dei tutor aziendali. Molto soddisfatte le parti firmatarie, che sottolineano come questo possa essere rappresentativo di un primo passo nei confronti dell’applicazione di un processo di crescita di questo importante strumento di lavoro.

Società tra professionisti rinviate a luglio

 Le società tra professionisti vengono rimesse in frigorifero. La scadenza del 14 maggio in merito all’emanazione del regolamento su tali società è stato infatti, come ci si attendeva, disatteso. Pertanto, occorrerà attendere il mese di luglio per poter finalmente disporre in lettura il regolamento che disciplinerà il funzionamento della società tra professionisti, attualmente in fase di bozza tra i tecnici dei ministeri competenti.

Ma quali i problemi che hanno portato a questo slittamento della data? Stando a quanto trapela dalle indiscrezioni “meglio” informate, i dubbi non dovrebbero riguardare le incompatibilità alla adesione alle Stp, visto e considerato che è stato raggiunto un accordo definitivo sul fatto che i soci di solo capitale possano avere più partecipazioni a più società tra professionisti, mentre i professionisti potranno prender parte a una sola Stp.

False partite IVA: tutte le nuove regole

 Nelle ultime settimane la disciplina di “presunzione” di rilevazione delle false partite IVA si è arricchita di numerosi particoli che potrebbero essere sfuggiti ai lettori meno attenti. Cerchiamo pertanto di riepilogare, in maniera sintetica, in cosa consiste la “stretta” del governo, finalizzata ad evidenziare le situazioni di sostanziale rapporto di lavoro subordinato, celato da collaborazione autonoma con partita IVA.

Innanzitutto, il governo “presume” che si tratti di co.co.co., quel lavoratore autonomo – pur con partita IVA – che “rispetta” due dei tre seguenti presupposti: collaborazione di durata superiore a 8 mesi in un anno solare; corrispettivi oltre l’80% del fatturato in un anno solare; titolarità di una postazione fissa presso una sede del committente.

Riforma pensioni per i consulenti del lavoro

 E’ praticamente pronta la riforma delle pensioni per i consulenti del lavoro. La commissione che si occupa della procedura di revisione del sistema pensionistico per questa categoria di liberi professionisti ha infatti portato a termine l’intervento di review, da votare da parte dell’assemblea dei delegati nella data del prossimo 28 giugno e, quindi, inviato ai ministeri vigilanti per il via libero definitivo. Se tutto andrà per il verso giusto, la riforma entrerà in vigore con decorrenza 1 gennaio 2013.

Nonostante manchi ben più di un mese all’assemblea, i termini della riforma sono praticamente tutti noti. A variare è fondamentalmente il sistema di calcolo delle prestazioni, che oggi viene determinato in misura fissa. In futuro, invece, si passerà al metodo contributivo, come peraltro suggerito dalla riforma del lavoro del ministro Fornero. L’applicazione del nuovo metodo di calcolo avverrà inoltre nel rispetto delle anzianità maturate, e quindi varrà solamente per il futuro.

Il diritto all’indennità di maternità

 Abbiamo già segnalato che, in base al D.M. 12.07.2007, hanno diritto al congedo per maternità, oltre alle lavoratrici dipendenti, anche le lavoratrici iscritte alla gestione separata dell’Inps.

In particolare, quindi, il diritto all’indennità di maternità spetta alle lavoratrici a progetto e alle collaboratrici coordinate e continuative; alle lavoratrici associate in partecipazione; alle libere professioniste iscritte alla gestione separata; alle lavoratrici che svolgono prestazioni occasionali per meno di 30 giorni nell’anno solare e con un compenso inferiore a 5000 euro con lo stesso datore di lavoro; alle lavoratrici comprese nelle categorie “tipiche” di amministratore, sindaco, revisore di società, di associazioni e altri enti con o senza personalità giuridica; alle lavoratrici che svolgano “lavoro autonomo occasionale“; ai venditori “porta a porta”.

Possono usufruire del beneficio la madre naturale; la madre che adotta oppure ha in affidamento un minore, a ricorrere dal giorno in cui il minore entra nell’anagrafica della famiglia; il padre nel caso che la madre muore oppure è affetta da grave patologia o abbandona il figlio oppure se il padre ha il bambino in affidamento esclusivo.

Nuovi ricorsi contro i licenziamenti

 Alcuni emendamenti al decreto di riforma del lavoro Fornero stanno ritoccando la disciplina in merito ai ricorsi contro i licenziamenti. Si tratta – come ampiamente sottolineato – di ritocchi prevalentemente “tecnici”, come ad esempio avviene nell’ipotesi della considerazione dei tempi del giudizio.

Un primo emendamento al decreto chiarisce le modalità di fissazione dell’udienza di comparizione delle parti nel procedimento di tutela urgente contro i licenziamenti. La convocazione potrà avvenire ad esempio con posta elettronica certificata. Successivamente, saranno previsti due termini, di cui uno per la notifica del ricorso e del decreto di fissazione (non inferiore a 25 giorni prima dell’udienza), il secondo non inferiore a cinque giorni prima dell’udienza per la costituzione del resistente. Allungato il termine di fissazione delle udienze, a 40 giorni.

Tutela della maternità per lavoratrici a progetto

 Le donne che lavorano con contratto a progetto, che siano libere professioniste senza cassa o lavoratrici parasubordinate, hanno diritto al congedo e all’indennità di maternità da parte dell’Inps. Naturalmente, per accedere a tali diritti, sono indispensabili precisi requisiti e seguire le modalità richieste. In primis: i requisiti contributivi.

Per quanto riguarda le modalità per presentare la domanda, vediamo in dettaglio quali siano le leggi che le regolano.

La legge tutela la lavoratrice per tutto l’arco temporale compreso fra il periodo della gravidanza e la nascita del bambino e dal primo anno del bambino per otto anni consecutivi. La donna in attesa ha diritto anche al congedo di maternità per cinque mesi, da distribuire nel periodo che precede il parto e in quello che segue il parto, secondo le esigenze. Durante il congedo di maternità la donna ha anche diritto ad una indennità di maternità da parte dell’Inps, in base al D. M. 12 luglio 2007.

Regole collocamento fuori ruolo per avvocati, giudici e procuratori

 Secondo quanto previsto dal recente emendamento proposto da Roberto Giacchetti, al disegno di legge anti corruzione approvato dalle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, il collocamento “fuori ruolo” per magistrati (ordinari, amministrativi e contabili), per avvocati e per procuratori dello Stato, non può durare per più di 5 anni consecutivi, per un massimo di 10 nell’arco dell’intera carriera professionale, affinchè gli stessi possano poi assumere incarichi in altre amministrazioni pubbliche.

Il testo proposto, pertanto, oltre a stabilire limiti temporali al “congelamento” dell’attività dei professionisti di cui sopra per svolgere ulteriori incarichi, imporrebbe altresì che il funzionario possa mantenere “esclusivamente il trattamento economico” – si legge nel documento – “fondamentale dell’amministrazione di appartenenza”, contando di fatto solo sul proprio stipendio e non sul frutto di consulenze esterne, attraverso una disposizione da applicarsi anche agli incarichi già in corso.

Regolarizzare lavoratori in nero

 Denunciando spontaneamente i lavoratori in nero si conseguono diversi benefici, come l’esenzione della “maxisanzione” comminata in caso di ispezione. Ma non solo: la denuncia spontanea potrà essere effettuata con la sola C.O. (comunicazione obbligatoria) effettuata entro le 24 ore del giorno antecedente all’accesso ispettivo, escludendo in tal modo il provvedimento sanzionatorio, di misura variabile tra i 1.500 euro e i 12 mila euro per ogni lavoratore irregolare, oltre a spese accessorie.

A ricordare quanto sopra è stata una nota del ministero del lavoro, protocollata 5509/2012, secondo cui la denuncia spontanea sarebbe, sostanzialmente, la misura più semplice per evitare l’attribuzione della c.d. maxisanzione, predisposta per cercare di contrastare il lavoro nero e “l’impiego di lavoratori in assenza di comunicazione preventiva di instaurazione del rapporto di lavoro”.

Ritrovare lavoro è quasi impossibile

 Ritrovare lavoro? Per gli italiani è quasi impossibile. Il 63% dei nostri concittadini sostiene infatti che in caso di perdita della propria occupazione, non riuscirebbe a trovare un nuovo ruolo professionale nel quale inserirsi. Una percentuale elevatissima, che risulta essere più o meno il doppio di quanto rilevato in Germania. Insieme a portoghesi, greci, spagnoli e irlandesi (non a caso, i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi economico finanziaria), gli italiani si scoprono così il popolo più pessimista del vecchio Continente.

In termini ancor più sintetici, sembra proprio che a trovare un nuovo lavoro non creda più nessuno. Chi ha un’occupazione farebbe bene a tenersela stretta, ed evitare di finir tagliato dalle riduzioni delle risorse umane che società ed enti privati continuano ad effettuare. Un futuro denso di preoccupazioni è quello che attende anche le nuove generazioni, che non sembrano contribuire a ridurre la proporzione degli sfiduciati nazionali.