Numero e tutela esodati

 Negli ultimi giorni si è scatenata una vera e propria gara a individuare con maggiore attendibilità il numero degli esodati, quei lavoratori che nel corso degli ultimi mesi / anni hanno scelto di interrompere il proprio rapporto di dipendenza nei confronti dell’azienda, convinti di essere pressochè prossimi alla pensione, e di poter arrivare a questo importante traguardo potendo contare sugli strumenti di ammortizzazione sociale ordinaria e straordinaria posti in essere per permettere logo un sereno traghettamento verso il cedolino pensione.

Ebbene, con la riforma Fornero molti di quei lavoratori che nel corso degli ultimi anni hanno optato nei confronti di un’interruzione anticipata del proprio rapporto di lavoro, hanno visto allungata, in maniera significativa, la distanza che li separa dall’agognata pensione, rimanendo in una sorta di limbo contraddistinto da una parte dall’assenza di redditi da lavoro, e dall’altra dalla mancanza di prestazioni previdenziali.

Bozza legge apertura srl a un euro

 Il ministero della Giustizia ha finalmente messo a punto la bozza dell’atto costitutivo delle società semplificate a responsabilità limitata. È ancora troppo presto per poter valutare attendibilmente il contenuto di quanto predisposto dal ministero (sono probabili nuovi cambiamenti di concerto con il ministero dell’Economia), ma si può comunque iniziare a trarre qualche utile considerazione in merito.

Innanzitutto, l’elemento maggiormente costituente sembra essere relativa all’età dei soci, e alla necessità di un unico euro per la costituzione della compagine sociale. Per quanto concerne il primo elemento, è stabilito come i soci non debbano avere più di 35 anni di età anagrafica. Ma non solo: le condizioni di favore si estendono infatti anche alle intere modalità di costituzione, che vedono – tra le altre – l’esenzione dai diritti di bollo e di segreteria, e l’assenza del pagamento di oneri notarili. Rimangono invece obbligatori le formalità relative alla costituzione attraverso atto pubblico, dopo che qualche parte aveva cercato di far passare l’ipotesi di una costituzione per scrittura privata.

Domanda pensione INPDAP ed ENPALS 2012

 Anche se gli istituti INPDAP ed ENPALS sono stati definitivamente soppressi (con attività incorporate all’interno delle strutture INPS) le domande sulle prestazioni di pensione vanno comunque presentate secondo le consuete modalità. La legge 214/2011, che ha abolito i due istituti, non apporta pertanto significative novità in merito alla richiesta delle prestazioni pensionistiche e previdenziali per il 2012.

Gli iscritti INPDAP ed ENPALS dovranno pertanto rivolgersi presso le rispettive strutture territoriali. Per quanto riguarda l’INPDAP, a spiegare passo dopo passo quali sono i cambiamenti dopo l’incorporazione delle attività in INPS, è la circolare 37 del 14 marzo 2012 da parte dello stesso Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, che disciplina il riconoscimento dell’equo indennizzo e delle pensioni privilegiate, i requisiti per il diritto alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata.

Dichiarazione redditi fai da te

 Con l’avvicinarsi del periodo della necessaria dichiarazione dei redditi, aumentano le richieste su come poter effettuare tale comunicazione in maniera autonoma o a costi fortemente ribassati. Poter svolgere una dichiarazione dei redditi fai da te non è certamente operazione impossibile, sebbene occorra compiere un po’ di attenzione nel districarsi correttamente tra i dati dei versamenti e quelli patrimoniali.

Ricordiamo inoltre che la dichiarazione dei redditi attraverso modello UNICO non è necessaria se il contribuente è lavoratore dipendente percettore di CUD, e se al di là dei redditi ottenuti da lavoro subordinato non è risultato essere percettore di altri redditi, né possiede la necessità di richiedere alcun rimborso (si pensi all’ipotesi di portare in detrazione i costi delle cure sanitarie, o ancora dell’acquisto di farmaci, e altro ancora).

Lettera di dimissioni esempio

 Come abbiamo avuto modo di affrontare nel corso degli ultimi giorni, le dimissioni sono un diritto del lavoratore che desideri porre fine al proprio rapporto di lavoro con l’azienda datore di lavoro, per cambiare professione, società o, più semplicemente, scegliere di entrare in uno stato di non-occupazione. Ad ogni modo, oltre che un diritto e una facoltà del lavoratore, le dimissioni sono soggette altresì a degli obblighi particolari, che il lavoratore dimissionario farebbe bene a tenere in grande considerazione al fine di non incappare in potenziali inadempienze contrattuali.

Innanzitutto, per manifestare in maniera univoca la propria volontà di porre fine al rapporto di lavoro, lo strumento fondamentale è rappresentato dalla lettera di dimissioni, un testo redatto in forma scritta – su testo libero e personalizzabile – dal quale si evinca la libera scelta e volontà di dimettersi dal proprio incarico aziendale.

Lettera di dimissioni volontarie

 Quando un dipendente desidera cessare il proprio lavoro, o cambiare la professione o l’azienda datore di lavoro, è tenuto a presentare una lettera di dimissioni volontarie all’Ufficio delle Risorse Umane della propria impresa di appartenenza, dalla quale possa evincersi la chiara e univoca volontà di porre fine al proprio rapporto di lavoro, nel rispetto di quanto stabilito dalle norme del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) in merito ai termini di preavviso e ad altre caratteristiche di questa delicata fase che porterà il lavoratore fuori dall’azienda di appartenenza.

La lettera di dimissioni volontarie deve essere comunicata per iscritto all’Ufficio di competenza, inviata per raccomandata con ricevuta di ritorno, o consegnata a mano (in tal caso, è necessario trattenere presso di sé una copia come ricevuta).

Riforma del lavoro, chiusura la prossima settimana

 Secondo quanto dichiarato dal Ministro del Welfare Elsa Fornero, il governo è “relativamente pronto” a chiudere la riforma del lavoro, anche se l’obiettivo “resta quello di un accordo con le parti sociali da realizzarsi entro il termine, entro il 23 marzo”. Il Ministro, durante l’audizione in Senato, ha altresì aggiunto che il governo è pronto a presentare delle proposte su un blocco complessivo della riforma del mercato del lavoro su 5 punti.

“Gli obiettivi”  – ha poi proseguito il ministro – “rimangono quelli di un accordo con le parti sociali da realizzarsi entro il termine del 23 marzo, ma non è che ci impicchiamo all’albero. Penso che forse lo potremmo fare già la prossima settimana, non faccio uno sforzo di ottimismo di maniera, sono consapevole che ci sono molti problemi, ma conto che le parti tutte capiscano che questo dare oggi significa aprire per il domani. Noi per questo ci impegniamo. Il presidente Monti ha un impegno dal 25 e vogliamo che entro la sua partenza ci sia l’accordo”.

Riforma del lavoro, meno di 10 giorni al termine?

 Secondo quanto sta emergendo nel corso delle ultime ore, mancherebbero meno di 10 giorni al termine dei lavori per la predisposizione della riforma del lavoro voluta dal governo Monti. Le notizie diffuse dalle agenzie di stampa sostengono infatti che la riforma potrà essere approvata tra il 21 e il 23 marzo, con sette giorni di anticipo rispetto al termine ultimo che era stato in precedenza fissato da Palazzo Chigi.

Intanto, proseguono i confronti tra le parti interessate, con il ministro Fornero che – a margine di ulteriori negoziazioni con sindacati e imprenditori – ha dettato una nuova revisione per le linee guida della riforma, utile per poter chiudere la bozza il prima possibile. I colloqui continueranno anche nel corso dei prossimi giorni, come confermato dal ministro su Twitter.

Riforma del lavoro, si procede verso il modello tedesco

 Nel corso delle ultime ore ha preso piede la possibilità che anche in Italia venga esteso il modello tedesco sul lavoro, in particolare riferimento ai licenziamenti. Tuttavia le discussioni tra le parti sindacali, quelle industriali e quelle governative, sembrano essere ancora ben lungi da una definitiva conclusione, e diversi aspetti – primo tra tutti, quello sull’articolo 18 – creeranno presumibilmente nuovi attriti tra le diversi parti di interesse.

Eppure, negli scorsi giorni, un primo passo in sostanziale avanzamento vi è stato. A compierlo il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, secondo cui vi “sarebbero le condizioni per firmare l’accordo”. Più caute le altre parti, con Raffaele Bonanni, segretario Cisl, che sembra essere propenso a spingere verso l’applicazione del contro del giudice – ma limitato alla sola verifica che non si tratti di evento discriminatorio – nell’ipotesi di licenziamento per causa economica.

Prestazioni sociali concesse dai Comuni – gli importi 2012

 Attraverso la circolare 29 del 1 marzo 2012, l’INPS rende noti i nuovi importi delle prestazioni sociali concesse dai Comuni, e i relativi requisiti economici, che sono stati rivalutati sulla base dell’incremento dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e di impiegati.

Stando alle ultime rivalutazioni, l’assegno per il nucleo familiare risulta essere pari a 135,43 euro. Il valore dell’indicatore della situazione economica con riferimento ai nuclei familiari composti da almeno cinque componenti, di cui tre figli minori, è invece pari a 24.377,39 euro. L’importo dell’assegno mensile di maternità, che risulta essere spettante nella misura intera, per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento avvenuti nel periodo intercorrente tra il 1 gennaio 2012 e il 31 dicembre 2012, sarà invece pari a 324,79 euro per cinque mensilità (per un totale di 1.623,95 euro). Il valore dell’indicatore della situazione economica, con riferimento ai nuclei familiari composti da tre componenti, è infine pari a 33.857,81 euro.

Buoni lavoro in vendita negli uffici postali

 I buoni lavoro, recente strumento di regolazione dei rapporti di lavoro occasionale, sono divenuti recente oggetto di un accordo tra l’Inps e le Poste Italiane. Come confermato da un comunicato stampa che lo stesso istituto postale ha pubblicato in data 27 febbraio 2012, infatti, è stata avviata la procedura di vendita dei ticket lavoro in tutti i 14 mila uffici postali che compongono la rete dell’istituto postale, in una sorta di anticamera di quella che dovrebbe essere una nuova fase di espansione di tale servizio.

Poste Italiane comunica in merito che con l’estensione della fase sperimentale all’intero territorio nazionale, dal 27 febbraio sono disponibili per l’acquisto e la riscossione i “buoni lavoro” (o “voucher lavoro”) presso l’intera rete degli Uffici Postali.

Flessibilità lavoro, sempre più richiesta dalle aziende

 Secondo quanto emerge da una recentissima indagine compiuta tra i vertici di alcune imprese italiane, il mercato del lavoro funzionerebbe in maniera molto più efficiente se vi fosse maggiore flessibilità. L’occupazione nelle organizzazioni imprenditoriali, soprattutto di piccole dimensioni, aumenterebbe in maniera sensibile, e l’intero comparto occupazionale italiano ne trarrebbe beneficio.

La posizione di cui sopra non è la nostra, ma è quanto emerge dalla presa di posizione assunta da un’indagine condotta dall’associazione dei direttori del personale Gidp tra quasi 170 iscritti, dalla quale emerge che in caso di abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (la norma che tutela il lavoratore in caso di ingiustificato licenziamento, disponendone il suo reintegro in azienda), il mercato del lavoro ne trarrebbe giovamento.

Riforma del lavoro entro marzo

 La riforma del lavoro si farà entro marzo. Ad affermarlo, in via speranzosa, sono a più riprese diversi esponenti del governo, che auspica di poter chiudere le trattative e i tavoli di lavoro nel brevissimo termine, possibilmente con un consenso allarganto. Non si esclude tuttavia una chiusura anticipata anche senza un buon esito delle negoziazioni, sebbene tale seconda strada sia per il momento una via non preferenziale.

In attesa di comprendere come verrà formalizzata la bozza della riforma del lavoro, il premier Mario Monti ha confermato pubblicamente che la revisione del sistema normativo occupazionale italianoe è un tema che “troverà la sua conclusione entro fine marzo”. Gli fa eco il Ministro Elsa Fornero, che ha dichiarato come “questa riforma non può essere fatta solo da tecnici, ha bisogno anche di consenso”, pur aggiungendo che nelle prossime settimane la revisione dovrà avere una sua fine.

Società professionali, le nuove regole

 Introdotte da uno degli ultimi provvedimento dell’esecutivo Monti, le società professionali (cioè, la forma giuridica che dovrebbe consentire una migliore tutela e sviluppo delle attività dei liberi professionisti – avvocati, ecc.), apportano alcune importanti novità al panorama societario italiano. Cerchiamo di vedere i principali punti elementari in maggior dettaglio.

Innanzitutto, è prevista la possibilità di aprire la società tra professionisti anche a capitale “esterno”, intendendo per tale quello rappresentato da soci non professionali. È tuttavia essenziale che i soci professionisti prevalgano numericamente e per la partecipazione di capitale, contando per almeno due terzi nel voto dell’assemblea. Nel consiglio di amministrazione, invece, non sono riservate alcune quote ai soci professionisti e, pertanto, potranno essere amministratori delle società professionali sia i soci professionisti che gli altri, definiti quali “soci di capitali”.