Progetto Amva: per avvicinare i giovani al settore dell’artigianato

Del progetto Amva realizzato da Italia Lavoro per conto del Ministero del Lavoro abbiamo già parlato all’interno di questo articolo; Amva, acronimo di “Apprendistato e mestieri a vocazione artigianale” è un programma che si prefigge come scopo principale quello di avvicinare i giovani al settore dell’artigianato.

Vale la pena ricordare che sebbene le offerte di lavoro nel nostro paese siano poche, in certi settori come proprio quello dell’artigianato manca la manodopera; sembra in altre parole che i giovani non siano interessati a lavori manuali.

Crisi? Non per i top manager britannici

Crisi? Non per tutti! Secono i risultati di uno studio condotto dalla High Pay Commission le retribuzioni dei top manager in Gran Bretagna sono aumentate (e non di poco); sono infatti arrivati alla conclusione che negli ultimi 30 anni il salario degli amministratori delegati di società quotate nel Ftse 100 è aumentato fino al 4.000% in più rispetto al 1980! Il caso più eclatante è probabilmente quello della Barclays, dove il top manager guadagna oggi  4,4 milioni di sterline l’anno.

Orari di lavoro nei negozi, 1.500 Comuni optano per la liberalizzazione

Secondo quanto afferma una nota del Ministero del Turismo, sarebbero già oltre 1.500 i Comuni italiani che hanno optato per la liberalizzazione degli orari di lavoro nei negozi, stabilendo così in via autonoma gli orari di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali rientranti nel territorio urbano di competenza.

La nota precisa infatti come le segnalazioni in merito riguardino “12 regioni e una provincia autonoma”, oltre a un “buco nero” che coinvolge le regioni della Liguria, Umbria, Campania, Calabria, Sardegna, Abruzzo, Marche e della Provincia autonoma di Bolzano, dalle quali non è attualmente pervenuta alcuna segnalazione in proposito.

Tredicesime 2011: saranno più leggere

Operai, impiegati e quadri secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre quest’anno avranno una tredicesima più leggera; come sottolinea sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi l’importo

sarà più leggero rispetto a quello percepito nel 2010: di 10 euro per un operaio, di 12 euro per un impiegato e di 25 euro per un dirigente. Queste leggere riduzioni sono dovute al fatto che nel 2011 gli aumenti contrattuali sono cresciuti meno dell’inflazione

Professionisti, i dati sulle perdite dei posti di lavoro

 Sempre meno professionisti si aggirano per le città italiane. Secondo quanto afferma una ricerca compiuta da IresCgil, infatti, nel corso del periodo 2008 – 2010 la macro categoria dei liberi professionisti avrebbe perso ben 532 mila posti di lavoro. Una emorragia che coinvolge principalmente coloro che svolgono professioni tecniche (- 347 mila unità nel biennio), seguiti da quei professionisti che svolgono attività imprenditoriali e dirigenziali (- 174 mila unità).

Ma non solo: a cavarsela piuttosto male sono anche i professionisti occupati in attività scientifiche e di elevata specializzazione (persi 141 mila posti di lavoro in due anni) e quelli che svolgono ancora attività manifatturiere con semiqualificazione (- 140 mila posti). In flessione di 125 mila posti, infine, gli artigiani, gli operai specializzati e gli agricoltori.

Infortuni sul lavoro: il calendario Donne che vincono

Gli incidenti sul lavoro sono sempre purtroppo molti e spesso coinvolgono le donne; proprio per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sul teme dalla salute delle donne sul posto di lavoro ANMIL, INAIL e Miss Italia hanno creato un calendario speciale, “Donne che vincono” con 12 scatti che ritraggono altrettante donne colpite da un incidente sul lavoro e che hanno quindi dovuto ricostruire la loro vita ma che con tanta forza di volontà e grinta hanno comunque sia vinto continuando a preservare la femminilità ed il loro ruolo nella famiglia.

Ricerca e sviluppo, gli americani rimangono ancora i leader

Quanta ricerca e sviluppo si fa nelle imprese italiane? La risposta è: pochissima. Almeno a confrontare i dati provenienti dal nostro Paese, con quelli che invece sembrano poter contraddistinguere un presente roseo per le corporate e le medie imprese americane, che guidano in maniera indiscutibile la classifica delle imprese con il maggior contributo in termini di ricerca e di studi per l’innovazione e il miglioramento continuo.

Secondo quanto affermano due indagini (una della Commissione Europea, l’altra della Booz & Company), il 35% della ricerca mondiale sarebbe finanziato dalle aziednde statunitensi. Il solo Paese nordamericano riesce a contribuire alla ricerca su scala internazionale per una quantità maggiore rispetto a quanto effettuato dall’intero vecchio Continente, che della torta della ricerca mondiale possiede il 33,5%.

Precari: sono aumentati anche i medici

Il posto fisso? In Italia non esiste più! E nell’elenco dei precari dobbiamo inserire anche i medici; secondo quanto emerso da un’indagine condotta dall’Adnkronos Salute in questi ultimi 10 anni il numero dei camici bianchi con un contratto a termine è passato da 3527 a 7177. Una cifra praticamente raddoppiata.

E questo non piace a Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp Cgil medici che spiega come questo sia

il frutto amaro di una politica di tagli indiscriminati e di blocchi del turn over irresponsabili. Una situazione insostenibile per migliaia di professionisti che hanno una età media di circa 40 anni senza certezze per il loro futuro, con le donne medico ancora più colpite. Numeri allarmanti, ai quali andrebbero aggiunti i medici precari ‘invisibili’: con rapporti atipici non registrati come i gettoni a turno, che vedono proprio nei punti nevralgici dell’assistenza come il pronto soccorso la maggiore presenza

Lavoro: i belli guadagnano di più

Daniel S. Hamermesh è un professore di economia dell’Università di Austin in Texas ed ha scritto un libro intitolato suo “Beauty pays: why attractive people are more successfull“; lui è infatti convinto che i belli nel mondo del lavoro abbiano più successo. Pare infatti che circa il 4% degli uomini e l’8% delle donne belle (che diventano rispettivamente il 17 e il 12 per cento se si tratta di una bellezza sfolgorante) facciano più facilmente carriera; chi ne risente secondo il professore sono gli uomoni che se poco affascinanti guadagnano il 13% in meno rispetto agli altri.

Ha esaminato sia uomini che donne di età compresa tra i 25 ed i 75 anni ed è giunto alla conclusione riportata sul Journal of Applied Physiology che

Chi è bello guadagna di più, indipendentemente da intelligenza e preparazione