Perché lavorare alle Poste Italiane?

 Attraverso un concorso, quando viene predisposto, oppure inviando spontaneamente la propria candidatura. Sono queste le due vie maestre per puntare ad essere assunti alle Poste Italiane. Essere assunti presso il colosso postale significa lavorare per una società a partecipazione pubblica che, contrariamente al dire ed al sentire comune, ha un approccio ed un modello organizzativo tipico di un’azienda efficiente che tende a valorizzare i dipendenti attraverso la meritocrazia. Questo perché, tra l’altro, in un futuro troppo lontano proprio Poste Italiane dovrebbe e potrebbe quotarsi in Borsa a Piazza Affari nel momento in cui lo Stato volesse da un lato fare cassa, e dall’altro valorizzare quello che è uno dei suoi asset più importanti assieme a partecipazioni strategiche come quelle in aziende, tanto per citarne una, come Eni, il colosso energetico.

I lavoratori dipendenti si sentono poco sicuri

Secondo i risultati di un’indagine condotta su 800 lavoratori italiani da Panel Data, un istituto di sondaggi di Padova molti lavoratori dipendenti (il 42%) ritengono il loro impiego poco o

Cercasi operai, ingegneri e cuochi disperatamente

I giovani sono senza lavoro e, secondo i dati dell’ultimo report del report sul mercato del lavoro della città di Bologna uno su tre resta a casa; tuttavia una lieve ripresa c’è stata e questo grazie alle agenzie per il lavoro che grazie ai tanti contratti di somministrazione riescono ad assumere moltissime persone ogni mese. Eppure nonostante questa leggera ripresa qualcosa nel mercato del lavoro italiano sembra non funzionare.

Lavoro: donne e giovani discriminati

Riuscire a trovare un impiego con un buono stipendio è difficile e se si è donne o giovani o si vive nel sud lo è ancora di più; si tratta di una vera e propria discriminazione emersa da una ricerca condotta da Fondoprofessioni (Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua dei dipendenti degli studi professionali) e dall’Università Politecnica delle Marche e presentata ad Ancona durante il Forum “Dalle pari opportunità alle opportunità di sviluppo” organizzato dal Fondo insieme a Confprofessioni. Si parla più specificatamente di discriminazione in 3 aree: genere, generazione e geografiche.

Come lavorare alle Poste Italiane giugno 2011

 Come lavorare alle Poste Italiane? Ebbene, così come per tutte le altre aziende, sia imprese pubbliche, sia imprese private, la strada maestra da seguire è quella di inviare il curriculum. Sul sito Internet di Poste Italiane c’è al riguardo un’apposita sezione finalizzata proprio all’invio del curriculum e, quindi, all’inoltro della candidatura. Alle Poste lavorano la bellezza di 150 mila persone a fronte di una società a partecipazione pubblica che negli ultimi anni ha cambiato pelle; Poste Italiane non è infatti oramai solo una società specializzata nella distribuzione postale e nei servizi di recapito, ma è sempre di più una banca attraverso un’ampia offerta che spazia dai conti correnti ai mutui, e passando per i prestiti, i finanziamenti, i fidi, i prodotti di investimento e le assicurazioni. Sono finiti anche i tempi in cui Poste Italiane chiudeva anno su anno i bilanci in profondo rosso; la società è in ottima salute dal punto di vista della redditività, ragion per cui chi riesce ad “entrare” alle Poste Italiane si sistema praticamente per tutta la vita.

Occupazione nel turismo: nuovi posti di lavoro a Milano

 Nel settore turistico, solo a Milano, ci sono a disposizione di chi è a spasso ben 15 nuovi posti di lavoro al giorno per un totale di 5.600 assunzioni sotto la Madonnina nel 2010. A rilevarlo è stata la Camera di Commercio di Milano in accordo con un’elaborazione da cui è emerso, tra l’altro, come Milano sia seconda solo a Roma per numero di aziende che operano nel settore turistico. A Milano sono i cuochi le figure più ricercate, ma sopra la media si attestano anche le richieste di camerieri e di addetti alle pulizie negli alberghi. Secondo quanto dichiarato da Carlo Franciosi, che è un componente della Giunta dell’Ente camerale, per Milano il turismo è un settore importante in quanto, tra l’altro, è in grado di valorizzare il territorio. Ma in merito bisogna anche guardare con attenzione al futuro in vista dei grandi appuntamenti culturali ed economici che interesseranno Milano nei prossimi anni, a partire dall’Expo.

Professioni green: la classifica dei lavori più richiesti

La green economy sta vivendo un nuovo momento di sviliuppo dopo lo stop dello scorso anno e pare sia ripartita la ricerca di personale in questo settore; nella green economy possiamo trovare biomasse, bioagricoltura, rinnovabili e molto altro.

Insomma il nostro paese sembra deciso a salvare il nostro ambiente cercando da un lato di limitare i danni che noi stessi abbiamo causato nel corso degli anni usando prodotti dannosi ma anche dando un’opportunità concreta di lavoro a quanti hanno deciso di intraprendere questa strada.

Secondo Emilio Luongo, Responsabile Divisione Green Economy di Gi Group

In generale, l’ambito della Green Economy in Italia è ancora “giovane” e influenzato dalla normativa e, in particolare, dagli incentivi che sono spesso il propulsore principale per l’espansione delle assunzioni, ma determinano una domanda oscillante per uno sviluppo organico sarebbe necessario che anche nel nostro Paese la Green Economy diventasse una scelta politica e strategica condivisa, come avviene già in altre nazioni europee per consentire di integrare il sistema economico, sociale, formativo, energetico e politico in un’ottica di pieno sviluppo

Master and Back: Sardegna, pubblicati gli avvisi

 Sono stati pubblicati gli avvisi relativi a “Master and Back“, un’iniziativa che, nella Regione Sardegna, attiva i cosiddetti “percorsi di rientro” presso enti di ricerca, ma anche organismi pubblici e privati che operano sul territorio sardo. A darne notizia nella giornata di ieri, mercoledì 22 giugno 2011, è stata la Regione Sardegna nel ricordare come per la misura siano stati stanziati complessivamente 9 milioni di euro a valere su risorse dell’FSE, il Fondo Sociale Europeo. “Master and Back” è promosso in Sardegna dall’Agenzia regionale per il lavoro al fine di facilitare l’inserimento lavorativo di giovani laureati che hanno già innalzato il proprio livello di preparazione e di competenze seguendo con profitto dei percorsi di alta formazione. Sul sito Internet sono così già stati pubblicati i due avvisi, quello per gli enti privati, e quello per gli enti pubblici e di ricerca.

Le professioni del futuro

Alta specializzazione, e mansioni sempre più orientate alla tutela dell’ambiente, al risparmio energetico e, in generale, all’ottimizzazione dei processi a fronte dell’uso sempre più spinto dei mezzi tecnologici. Sono queste,

Pensioni: molte sotto i 500 euro mensili

L’Istat ha pubblicato i risultati di un’indagine relativa alle pensioni ed è emerso che il 46,5% dei pensionati riceva al mese meno di 1.000 euro (di questi il 14,7% percepisce meno di 500 euro al mese); circa 2,6 milioni di pensionati invece ricevono più di 2.000 euro al mese. Sono inoltre numerosi i pensionati che ricevono più prestazioni, arrivando in certi casi anche a tre. (Fonte adnkronos)

Decreto Sviluppo: 20 mila docenti tagliati fuori

 La tenuta dell’attuale maggioranza di Governo è sostanzialmente a rischio dopo i risultati delle elezioni amministrative 2011, ed ancor di più dopo l’esito del referendum, letto da buona parte dei partiti dell’opposizione come un chiaro messaggio al Premier ed al suo Governo di centrodestra. Poi domenica scorsa, da Pontida, c’ha pensato il leader della Lega Nord Umberto Bossi a gettare benzina sul fuoco con tutta una serie di richieste, a nome del popolo del partito del Carroccio, che dovranno essere esaudite in tempi brevi. E così, per il Decreto Sviluppo, la cui approvazione è attesa nelle prossime ore, il Governo ha deciso di puntare sulla carta della fiducia, ma nello stesso tempo ha tagliato fuori dal maxi-emendamento la bellezza di 20 mila docenti già abilitati, o prossimi all’abilitazione che, in particolare, saranno esclusi dalle graduatorie.

Disoccupato? No lavoro in nero!

Sono ancora tante, troppe le persone che pur di non restare a casa accettano lavori in nero: questo significa nessuna copertura assicurativa, nessun contributo, niente di niente! Vengono fatte anche azioni concrete, come quella che in Umbria su iniziativa della CNA (Conferazione Nazionale artigianato) punta a ridurre (e si spera anche ad eliminare) l’abusivismo nel settore dell’artigianatao ma evidentemente non sono sufficienti per sradicare completamente la piaga del lavoro nero.