Strasburgo, approvata la direttiva sul congedo

L’Europarlamento ha approvato con una larga maggioranza, per inciso gli italiani si sono schierati in modo compatto a favore del testo, nuove disposizioni in fatto di congedo minimo di maternità.

Con questo provvedimento, che dovrà essere per prima cosa approvato dal Consiglio dei ministri dell’Unione Europea, si porta il congedo di maternità a 20 settimane dalle 14 inizialmente previste.

Infatti,  il Parlamento europeo ha approvato modifiche alla legislazione europea in materia di congedo di maternità minimo, portandolo a 20 settimane, tutte remunerate al 100% dello stipendio, con una certa flessibilità per i paesi che hanno regimi di congedo parentale.

Le lavoratrici in congedo di maternità devono essere remunerate con la retribuzione al 100% dell’ultima retribuzione mensile o della retribuzione mensile media, secondo il testo approvato.

Collegato lavoro, CGIL e CISL a confronto

Dopo un confronto parlamentare e sociale durato diversi anni e con sette letture in aula il DDL Lavoro è legge.

La Camera ha approvato il provvedimento con 310 voti favorevoli, 204 contrari e tre astenuti.

È stata scritta la pagina più buia del diritto del lavoro nel nostro Paese, in sostanza è questa l’osservazione della CGIL sul Collegato Lavoro.

Il segretario confederale della CGIL Fulvio Fammoni è fortemente critico e giudica il testo approvato iniquo

Durante la peggiore fase di crisi degli ultimi anni invece di approvare provvedimenti a favore dell’occupazione si abbassano i diritti […]. Si assumono così una grave responsabilità nei confronti dei lavoratori italiani, in particolare verso i più deboli: giovani, donne, disoccupati e immigrati.

Collegato lavoro, la Camera approva in via definitiva

Alla fine il Parlamento ha concluso il suo iter e ha licenziato il Collegato Lavoro alla manovra finanziaria (DDL 1441-quater-G) ed è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Il testo approvato è quello modificato dal Senato il 29 settembre scorso e la nuova formulazione ha tenuto conto delle osservazioni sollevate lo scorso marzo dal Presidente della Repubblica.

Non mancheremo di mettere in evidenza il suo contenuto nei prossimi post.

Il Collegato Lavoro ha introdotto delle modifiche sostanziali su diversi temi toccando gli argomenti più disparati: dalla revisione della disciplina dei lavori usuranti alle modifiche alla disciplina dell’orario di lavoro, dal riordino della normativa in fatto di congedi, aspettative e permessi fino a introdurre nuove norme in fatto di conciliazione e arbitrato.

Inail, nel 2020 il boom dei malati di stress

Lo stress sarà nel 2020 una delle maggiori cause da assenza dal lavoro, lo spiega Giovanni Battista Bartolucci, professore ordinario di Medicina del lavoro all’università di Padova, alla conferenza internazionale Ioha dove pone in evidenza le carenze dell’organizzazione del lavoro come la causa principale dello stress da lavoro insieme ai conflitti tra colleghi e superiori, alle mansioni svolte dai lavoratori e al carico lavorativo.

Le parole del professor Bartolucci sono sostenute da uno studio presentato nel corso della conferenza internazionale organizzata dall’Associazione italiana degli igienisti industriali (Aidii), insieme a INAIL ed ex Ispesl.

Senato, ferma la legge sui lavoratori che assistono familiari disabili

Il disegno di legge Norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili è stato approvato dalla Camera dei deputati il 19 maggio 2010 in un testo risultante dall’unificazione di diversi disegni di legge.

Attualmente è fermo al Senato dal 28 luglio 2010 presso l’undicesima Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale) in sede referente.

Il disegno di legge prevede l’esonero anticipato dal servizio nel settore pubblico, Inpdap. Nel testo approvato alla Camera si prevede un  trattamento economico temporaneo pari al settanta per cento del trattamento complessivamente goduto, per competenze fisse e accessorie, al momento del collocamento nella nuova posizione, anche per i dipendenti che si dedicano al lavoro di cura e di assistenza di familiari disabili con totale e permanente inabilità lavorativa ai quali è stata riconosciuta una percentuale di invalidità pari al 100 per cento, con necessità di assistenza continua in quanto non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita quotidiana.

Il nuovo TFR dell’Inpdap

L’articolo 12 del decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010 convertito in legge n. 122/2010 modifica la materia sul trattamento di fine servizio (TFS) e fine rapporto (TFR).

Infatti, il comma 7 dell’articolo 12 modifica il meccanismo di pagamento delle indennità di fine servizio stabilendo che il pagamento devono essere fatto in diversi periodi in relazione all’ammontare lordo dell’importo maturato.

Il pagamento del trattamento di fine servizio (TFS) o del trattamento di fine rapporto (TFR) per i pubblici dipendenti è concesso in un’unica soluzione annuale se l’ammontare complessivo della prestazione, al lordo delle relative trattenute fiscali, non supera i 90,000 euro o di due rate annuali se l’importo è compreso tra i 90,000 e i 150,000 euro.

Quando, però, l’importo del trattamento complessivo della prestazione al lordo delle relative trattenute fiscali risulta essere uguale o superiore a 150,000 euro, l’Inpdap eroga la quota spettante al lavoratore pubblico in tre differenti rate: la prima rata annuale è pari a 90,000 euro, la seconda a 60,000 e il terzo è pari all’ammontare residuo.

Il controllo sul lavoratore

Recentemente la Corte di Cassazione ha espresso una nuova lettura dell’articolo 4 della legge n. 300 del 1970, statuto dei lavoratori, introducendo il controllo di tipo difensivo.

L’articolo 4 e 38 della legge n. 300 esprime il principio della riservatezza dei lavoratori nello svolgimento della propria attività lavorativa, ma, nel contempo, la Corte di Cassazione, con sentenza n. 20722 della V Sezione del mese di giugno 2010, ha riconosciuto piena legittimità, da parte del datore di lavoro, di introdurre sistemi di controllo mirati alla tutela del proprio patrimonio aziendale.

Secondo quanto stabilito dalla Corte i contenuti multimediali raccolti con sistemi audiovisivi  mirati a proteggere il patrimonio aziendale sono pienamente utilizzabili come prove di reato anche se l’eventuale imputato è un lavoratore subordinato.

Le prestazioni infortunistiche dell’Inail

I casi di infortunio e malattia professionale denunciati in Italia sono più di un milione ogni anno nei più svariati settori lavorativi.

La legge prevede che devono essere assicurati obbligatoriamente tutti i lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi, lavoratori para-subordinati e sportivi professionisti.

I casi di indennizzo in capitale per danno biologico sono attribuiti a tutti i postumi di grado fra il 6% e il 15% ed è erogato in soluzione unica e calcolato in base all’età anagrafica, sesso e percentuale di danno.

Al contrario, l’indennizzo con diritto alla rendita è attribuito a tutti i postumi di grado superiore al 15%. La rendita così attribuita è composta da due quote: la prima è quella relativa al danno biologico ma non capitalizzato, mentre la seconda è calcolata sulla base della retribuzione, del grado del danno e dal coefficiente relativo alla menomazione.

Inps, la pensione entro 60 giorni

Il maggiore istituto previdenziale italiano ha emesso il regolamento applicativo nel rispetto della legge 69/2009 ai fini della trasparenza amministrativa.

L’obiettivo dell’Inps è quello di garantire il diritto reale dei cittadini di ottenere i servizi erogati dall’istituto in un tempo certo e congruo.

In effetti, la legge 69/2009 sostituisce il precedente provvedimento legislativo 241/1990 fissando precisi limiti temporali entro i quali devono concludersi i procedimenti amministrativi di competenza dell’Istituto, che prendano avvio ad istanza di parte o d’ufficio.

Il regolamento precisa che il termine per la conclusione del procedimento decorre dall’inizio del procedimento d’ufficio o, nel caso di procedimenti ad iniziativa di parte, dal ricevimento dell’istanza.

Collocamento dei disabili e il settore laterizi

La legge n. 68/1999 stabilisce che i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori disabili nella misura stabilita dall’articolo 3 della stessa legge.

Al contrario, l’articolo 5 pone in evidenza le ipotesi di esonero dall’osservanza dell’obbligo.

In effetti, i datori di lavoro pubblici e privati che operano nel settore del trasporto pubblico aereo, marittimo e terrestre non sono tenuti, per quanto concerne il personale viaggiante e navigante, all’osservanza dell’obbligo.

Sono altresì esentati dal predetto obbligo i datori di lavoro pubblici e privati del solo settore degli impianti a fune, in relazione al personale direttamente adibito alle aree operative di esercizio e regolarità dell’attività di trasporto.

Inps, l’assegno ordinario di invalidità

Il nostro sistema previdenziale garantisce una tutela ai lavoratori affetti da minorazioni e da infermità fisica e mentale che determinano una riduzione permanente della capacità lavorativa.

Il nostro maggiore istituto previdenziale privato, l’Inps, ha definito ed eroga a proposito l’assegno ordinario di invalidità.

Una volta fatta la domanda l’interessato deve essere convocato per la visita medica dall’apposita commissione Inps.

La visita dovrà certificare lo stato invalidante; in effetti, l’infermità, fisica o mentale, deve essere non inferiore al 66%.

Il giudizio, però, non è solo medico poiché deve tenere conto di fattori soggettivi come la specifica esperienza professionale maturata in modo da considerare anche i riflessi della menomazione sull’attività svolta.

Stop alla riforma Brunetta

Ennesima fumata nera della riforma Brunetta che ha dettato nuove norme per la Pubblica Ammnistrazione. Dopo i provvedimenti dei Tribunali del lavoro di Torino e Salerno è in arrivo anche la sentenza del Tribunale di Trieste.

Secondo i giudici della città di San Giusto non è possibile applicare i contenuti della riforma Brunetta ai contratti del lavoro in corso, ma la sua efficacia potrà essere recepita solo dai nuovi contratti: insomma, non è possibile cambiare in corsa le regole del gioco.

Così, per il momento non è possibile applicare le norme previste dal decreto 150/2009, è questa, in buona sostanza, la decisione del Tribunale di Trieste che ha censurato la condotta antisindacale del comune della stessa città colpevole di aver modificato la macrostruttura dell’ente senza il confronto con il sindacato e decidendo in maniera unilaterale.

Il Tribunale ha deciso che il contenuto degli articoli 34 e 54 del decreto 150/2009 non possono trovare immediata applicazione anche se la circolare n. 7/2010 ha disposto il contrario.

Libera professione, nessuna tassa di iscrizione per i praticanti legali

Buone notizie per i praticanti legali: non è dovuta la tassa sulle concessioni governative per l’iscrizione al primo anno nell’apposito registro dei praticanti.

Il R.D.L. del 27 novembre 1933 n. 1578, convertito con modificazioni dalla legge 22 gennaio 1934 n. 36, prevede che i laureati in giurisprudenza, che svolgono la pratica, sono iscritti, a domanda e previa certificazione del procuratore di cui frequentano lo studio, in un registro speciale tenuto dal consiglio dell’ordine degli avvocati e dei procuratori presso il tribunale nel cui circondario hanno la residenza, e sono sottoposti al potere disciplinare del consiglio stesso.

I praticanti procuratori, dopo un anno dalla iscrizione nel registro sono ammessi, per un periodo non superiore a sei anni, ad esercitare il patrocinio davanti ai tribunali del distretto nel quale è compreso l’ordine circondariale che ha la tenuta del registro suddetto, limitatamente ai procedimenti che, in base alle norme vigenti anteriormente alla data di efficacia del decreto legislativo di attuazione della legge 16 luglio 1997 n. 254, rientravano nelle competenze del pretore.

Buono pasto, istituto da rivedere

Il buono pasto è un beneficio che viene concesso dal datore di lavoro per sopperire alla mancanza di un servizio mensa presente nella struttura produttiva.

In effetti, il buono pasto si configura come uno strumento estremamente flessibile e importante per i lavoratori che in questo modo riescono a usufruire del pasto giornaliero in ogni situazione di lavoro in cui le imprese o gli enti pubblici, dove prestano la propria attività lavorativa, non ritengono opportuno o conveniente dotarsi di una mensa aziendale.

Il valore del buono pasto, fino all’ammontare di € 5,29 è esente da oneri contributivi e previdenziali per il datore di lavoro e da trattenute fiscali per il dipendente.